Caro Alberani, i “cioccapiatti” avevano ragione. Grazie per lo “scuorno”

Aveva definito “cioccapiatti”,  quanti hanno criticato il lavoro di dirigenza e staff tecnico del Calcio Avellino.

Lo aveva detto in dialetto forlivese, quello che appartiene a Nicola Alberani, di professione direttore sportivo senza distinzione di sport.

Lui, che è passato da un record all’altro, dal basket al calcio.

Un sonoro e storico 49-79 cestistico rimediato la scorsa settimana sul parquet di casa contro Venezia.

Quindi un roboante 1-4 calcistico incassato sul sintetico del “Partenio-Lombardi”.

Dopo la batosta da guinness incassata contro i lagunari, il direttore dell’area tecnica della Sidigas Avellino non è intervenuto perché gli alibi erano troppi, su tutti gli infortuni.

Quindi -30 punti, punteggio vergognoso, ma è tutto sotto controllo, non ci sono dubbi in merito.

Il tempo per intervenire c’è, lodo o non lodo che blocchi il mercato: tutte “balle”.

La Sidigas c’è, è forte e interverrà già nelle prossime ore.

Nelle scorse settimane, però, Alberani è intervenuto per parlare di calcio, di cui non è esperto.

Non ha responsabilità, questo va sottolineato, perché si è ritrovato nel mazzo di carte pallonaro senza neanche chiederlo, senza volerlo.

Eppure ha scelto lui Musa (così disse il giorno della presentazione, anche se tutti sanno da chi gli è stato “suggerito”) e con lui è stato scelto l’allenatore.

Però Alberani non ha colpe, ripetiamo, non si è mai occupato di calcio, può sbagliare, anzi sarebbe straordinario il contrario.

Tuttavia, ai colleghi di Ottochannel, in una straripante intervista, ha avuto toni duri e aspri, da gran censore, nei confronti di quanti – criticoni di Avellino, gente che guarda il calcio da una vita e pure gente che il mondo del calcio lo ha vissuto, lavorandoci – hanno mosso appunti.

Nei confronti del lavoro di società, allenatore e calciatori in maniera “gretta e scientifica dimostrando una mancanza di professionalità che non gli permetterà mai di fare parte di questo progetto”, queste le parole di Alberani.

Questi criticoni hanno avuto ragione alla luce dalla figuraccia odierna, un’umiliazione che Avellino non merita, città e tifoseria.

Il Trastevere già ha fatto ordinare una targa in memoria di questo giorno storico.

Però ci sono tanti “cioccapiatti”, come li chiama Alberani, che criticano l’operato di allenatore e d.s. senza lasciarli in pace, senza lasciarli lavorare sereni.

Questi “cioccapiatti”, per dirla nel suo dialetto, avevano ragione. Forse andavano ascoltati.

Prima di vivere una giornata di “scuorno”, per dirla come tutti da queste parti hanno battezzato la sconfitta di oggi. Nel dialetto avellinese, che dà meglio l’idea della vergogna, della mortificazione e dell’umiliazione.

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