Per adesso hanno licenziato quattro collaboratori scolastici (i bidelli, per essere più chiari) che avrebbero ottenuto vantaggi presentando documentazioni poi risultate non proprio legittime. O meglio: sarebbero state ritenute false.
Perciò in alcune scuole del Veneto, del’Abruzzo e delle Marche sono scattati quattro provvedimenti di licenziamento.
Destinatari sarebbero quattro persone originarie del Salernitano ma a quanto è dato sapere, l’amministrazione scolastica regionale con a capo la dottoressa Luisa Franzese, avrebbe già individuato molti altri casi simili a questi.
Com’è noto, il caso scoppiò un anno e mezzo fa quando fu scoperto ad Avellino un soggetto che, presso gli uffici della Cisl, offriva al costo di 2000 euro attestati che consentissero di ottenere maggiore punteggio nelle graduatoria per aspiranti supplenti, adesso scende in campo pure il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (LEGGI QUI)
Quell’uomo è tuttora agli arresti domiciliari e a giorni (il 9 gennaio) è in programma una nuova udienza. Ci sono anche altre persone che dovranno essere giudicate per il caso dei diplomi falsi.
Il caso si è allargato, non riguarderebbe solo la provincia di Avellino, esisterebbero più filoni ma tutti con l’identica procedura: offrire diplomi farlocchi attraverso cui scalare le graduatorie e beffare chi non ha saputo procurarsi i documenti giusti.
Nuovi sviluppi sono previsti.