Fiorentino Sullo da ministro dei Lavori pubblici deviò il percorso dell’autostrada Napoli-Bari imponendone il passaggio attraverso l’Irpinia piuttosto che lungo la direttrice beneventana. La scelta non può essere ridotta a banali motivi localistici o peggio ancora clientelari. Sullo spiegò che il Sannio e la città di Benevento erano già serviti dalla rete ferroviaria, mentre l’Irpinia non aveva praticamente infrastrutture. Per questo occorreva prevedere il passaggio della nuova autostrada nel nostro territorio, garantendo comunque al Sannio un collegamento che avvenne attraverso la costruzione del raccordo Benevento-Castel del Lago. Il nuovo percorso dell’autostrada comportò notevoli costi aggiuntivi che nei decenni sono stati ampiamente ripagati con il transito di milioni di persone e con lo sviluppo economico del territorio. Oggi il consigliere regionale Luca Cascone, delegato dal presidente De Luca per la materia dei trasporti, ci dice che siccome nessuno prende il treno da Avellino per andare nella sua Salerno oppure a Napoli, è inutile prevedere corse. Bisognerebbe spiegare a Cascone che nessuno può prendere un treno per percorrere una linea che di fatto non esiste, chiusa per lavori di elettrificazione a questo punto meno che inutile. Secondo la teoria di Cascone, nemmeno la Napoli-Bari si sarebbe dovuta realizzare, perché all’epoca nessun irpino aveva mai percorso l’autostrada. Ma per fortuna c’era Fiorentino Sullo.