La sconfitta congressuale provoca i primi effetti sul futuro politico di Vincenzo De Luca che accantona il suo programma di farsi rieleggere per la terza volta alla guida della regione e rilancia neanche molto velatamente l’ambizione di tornare alla guida della città di Salerno. Il clima che un mese dopo l’elezione del nuovo segretario nazionale del Pd si respira fra palazzo santa Lucia e la sede del consiglio regionale è quello del liberi tutti: De Luca tace, o meglio non parla, più inarrivabile che mai con il cerchio magico che si interpone fra lui e le richieste di spiegazioni dei riferimenti sparsi nella regione, a cominciare dai suoi sostenitori irpini più che mai disorientati e delusi.
Prima fra tutti Rosa d’Amelio, l’ex presidente del consiglio regionale che si era vista candidare unitariamente alla guida del PD campano ma bocciata subito dopo la sconfitta di Stefano Bonaccini. C’è poi il consigliere regionale Maurizio Petracca, a dire il vero mai sino in fondo valorizzato dal Governatore nonostante la messe di voti garantita al partito sia nel 2020 che nelle ultime elezioni politiche. Infine il Vincenzo De Luca irpino, l’ex senatore avellinese che pur di sostenere le posizioni del presidente della regione aveva abbandonato il suo riferimento nazionale Dario Franceschini, primo sostenitore di Elly Schlein.
Tutti i deluchiani irpini da giorni tacciono, almeno ufficialmente. Ed il silenzio in politica è da sempre il primo segnale, eloquente, del probabile addio al leader. Cambiare per non sparire, del resto tra un anno si voterà al comune di Avellino ed forse alla Provincia, prima delle elezioni regionali del 2025.