«Il progetto di Autonomia differenziata del Governo avrà effetti e conseguenze drammatiche per le aree interne e periferiche in particolare del Sud. È un disegno eversivo che disunisce l’Italia e contro il quale serve mobilitazione popolare forte». È quanto dichiara Lugi De Magistris. L’ex sindaco di Napoli, leader di Unione Popolare, è stato ospite nel pomeriggio al Carcere Borbonico per l’iniziativa “Irpinia: «tra illusioni e realtà” organizzata dai riferimenti locali della formazione nata alle ultime elezioni politiche.
«Sono un autonomista convinto, ma quella di Calderoli è un’altra cosa. E’ un disegno che punta a dare autonomia piena ai vertici di alcune Regioni e a riservare maggiori ricchezze al Nord. Da meridionale sono stufo della falsa narrazione di un Nord che traina il Sud, perché il gettito che viene dal Meridione è molto forte. Il Governo Meloni non vuole più la redistribuzione delle ricchezze per concentrarle nelle mani di chi è già più avvantaggiato. Scuola, sanità, contratti collettivi nulla risponderà più ai principi di unità nazionale» aggiunge De Magistris.
De Magistris va all’attacco anche sulla gestione delle risorse del Pnrr e ricorda «ero ancora sindaco quando dal Governo ci dissero che dovevamo fare presto a presentare i progetti perché questi fondi sarebbero passati come una cometa, trasformando sanpietrini in diamanti. Dopo oltre due anni per la verità i soldi stanno arrivando ma vengono usati per dare consulenze e affidamenti diretti. Le comunità non hanno ancora visto niente. Il Pnrr, che soprattutto in zone come l’Irpinia doveva significare riconversione ambientale e messa in sicurezza del dissesto idrogeologico, viene utilizzato per fare le opere che Comuni e Regioni non erano riusciti a realizzare in passato. Il Governo arranca e l’Europa è sospettosa nei confronti della riforma degli appalti, della cancellazione del controllo della Corte dei conti. Insomma, a brindare è il sistema criminale».
Nessuna previsione, per il momento, in merito alla presenza di Unione popolare alle amministrative del 2024 ad Avellino perché, spiega ancora De Magistris, «stiamo iniziando la fase costituente, per radicarci sui territori, parlare al di fuori dei partiti ed essere credibili nelle lotte perché non vogliamo che Up diventi un recinto asfittico o una realtà a vocazione minoritaria». Infine, una battuta sull’ipotesi terzo mandato per De Luca alla guida della Regione: «se c’è un’elezione diretta e democratica non c’è da spaventarsi, lo bocceranno gli elettori. Mi fa più paura il sistema elettorale nazionale che resta così com’è nonostante sia stato dichiarato incostituzionale. Il terzo mandato di De Luca credo che ponga un problema serio in casa Pd perché senza di lui in Campania perde, a meno che Schlein non riesca a costruire nuove convergenze».