Ora ci saranno le inchieste, scenderanno in campo tecnici ed esperti dei tantissimi Enti chiamati a esprimersi in merito all’incendio e alle conseguenze che esso ha provocato.
Sono gli stessi rappresentanti di Enti deputati a concedere autorizzazioni e svolgere controlli.
L’inchiesta potrebbe fare emergere omissioni anche da parte di chi avrebbe dovuto controllare, oltre che nei confronti dei responsabili dell’azienda.
Si vuole fare chiarezza e il Procuratore Aggiunto dottor Vincenzo D’Onofrio è persona che pretende la verità.
Non dovrebbe essere un lavoro lungo, la gente vuole conoscere come sono andate le cose, se l’insediamento industriale di Avellino, nella zona di Pianordardine, sia un ambiente a rischio, se questa tragedia poteva essere evitata, se era un disastro annunciato.
I Vigili del Fuoco di Avellino hanno continuato le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza della fabbrica di Pianodardine.
Cosa fa l’azienda
La ICS non è una fabbrichetta. Fa parte del gruppo Seri Industrial che è quotato in Borsa.
Fuori dal paniere principale, la società madre ha lasciato sul parterre il 2%, travolta dalle notizie sull’incendio ad Avellino dove l’azienda ha un sito produttivo.
SERI INDUSTRIAL S.p.A. è una società operante lungo l’intera filiera degli accumulatori elettrici.
Seri Industrial S.p.A. è a capo di un gruppo che controlla la intera supply chain degli accumulatori elettrici con una forte integrazione verticale, vero esempio di economia circolare.
Si va dalla progettazione e vendita a terzi di impianti chiavi in mano per il trattamento delle batterie esauste, al recupero di piombo e plastica recuperati da batterie esauste, alla produzione di componenti in plastica attraverso la valorizzazione del compound prodotto internamente, alla vendita di granuli plastici nel mercato automotive, sino alla produzione di accumulatori elettrici al piombo e al litio per applicazioni industriali, storage e specialties (marchio FAAM).
Azione delinquenziale?
Presso lo stabilimento di Avellino lavorano 22 dipendenti che adesso, ovviamente, resteranno fermi e già si teme per il loro futuro, nonostante gli ammortizzatori sociali tutelino i lavoratori.
Al momento dell’incendio erano in pausa pranzo, quindi nessuno era presente sul posto dove si sono sprigionate le fiamme.
Si esclude l’autocombusiione dei materiali dovuta al calore come pure vengono allontanate ipotesi di cause accidentali.
Il dubbio riguarda perciò il dolo ma, se questa ipotesi dovesse farsi strada, resterabbe da comprendere i motivi di una azione delittuosa del genere.