Una raccolta firme per spronare la Regione Campania ad assegnare risorse aggiuntive ai centri di riabilitazione irpini convenzionati, che hanno in cura soprattutto pazienti con disabilità e in età evolutiva. È questa l’iniziativa lanciata dal neocostituito “Comitato tutela livelli essenziali assistenza disabilità”, un collettivo di cittadini, tra cui addetti ai lavori del settore riabilitativo, che intende portare avanti la battaglia per l’equità delle cure, a garanzia del diritto alla salute.
L’obiettivo del Comitato, infatti, è quello di ridurre il divario di prestazioni sanitarie riabilitative tra le province Campane, cosicché ogni cittadino possa usufruire delle terapie necessarie, sia a livello quantitativo che qualitativo, a prescindere dalla propria zona di residenza. Succede, cioè, che i centri riabilitativi presenti sul territorio regionale non abbiano tutti lo stesso budget economico a disposizione e, di conseguenza, le risorse necessarie per rispondere alle necessità dei pazienti in tempi rapidi.
Come sottolinea il direttivo del gruppo, che appunto per questo ha dato vita alla petizione, a soffrire maggiormente della disparità è la provincia di Avellino. «Rispetto alla media delle altre province campane, la riabilitazione irpina è l’ultima tra le ultime per fondi ricevuti e, di conseguenza, per prestazioni erogate», fa sapere il Comitato. Che continua: «Nell’Avellinese il divario è il più evidente e, per abbatterlo e ripristinare il principio di equità, la nostra provincia avrebbe diritto a un incremento di 101mila terapie, che sarebbe possibile se la Regione stanziasse un budget maggiore, pari a circa 4 milioni di euro all’anno».
In Irpinia il danno più evidente causato dal gap economico è quello delle liste d’attesa. Troppi, cioè, sono i pazienti che hanno bisogno di essere presi in carico e che sono costretti ad attendere anche fino a due anni. Così capita spesso che, quando finalmente arriva il loro turno, la patologia di cui soffrono è peggiorata e, allo stesso tempo, il piano terapeutico per loro prescritto non è più adeguato.
Una situazione, questa, che appare ancora più grave se si considera che la maggior parte dei fruitori delle cure riabilitative effettuate presso i centri convenzionati con l’Asl di Avellino sono bambini, e dunque in età evolutiva, o persone con disabilità. Soprattutto per loro è importante che l’intervento sia precoce.
«Questa sperequazione – afferma il Comitato – va avanti da anni senza che la Regione vi abbia ancora posto rimedio. La programmazione triennale del fabbisogno di cure risale al numero delle prestazioni riabilitative usufruite dai pazienti delle Asl nel lontano 2014, basate sui precedenti dati storici. Tutto ciò non è più tollerabile, ecco perché è fondamentale firmare la petizione».
Per spronare i cittadini a sostenere la causa e metterli al corrente delle future iniziative, durante il weekend il Comitato scenderà in strada, ad Avellino, installando dei punti informativi lungo corso Vittorio Emanuele. L’appuntamento, dunque, è per sabato 18 e domenica 19 novembre (la mattina, dalle ore 10.00 alle 12:00, e il pomeriggio, dalle ore 16:00 alle ore 20:00).
Inoltre è già possibile firmare la petizione online, cliccando qui.
Ma non è tutto. Il Comitato, infatti, condividendone gli obiettivi, parteciperà alla manifestazione pubblica sul tema delle cure riabilitative complesse erogate dall’Asl di Avellino sul territorio. L’evento è stato organizzato dall’Aspat (Associazione sanità privata accreditata territoriale) e da Cittadinanza attiva campana, ed in programma per giovedì 23 novembre all’Hotel De la Ville di Avellino, a partire dalle ore 10:00. Tante le associazioni che hanno già confermato la propria adesione all’incontro per il quale, infine, auspicano la presenza anche dei rappresentanti della stessa Azienda sanitaria locale guidata dal direttore generale Mario Ferrante.