Nelle prime ore di questa mattina, su disposizione del gip del Tribunale di Salerno, la guardia di finanza ha eseguito, tra le province di Salerno ed Avellino, un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di V.C., indagato in relazione ad una presunta frode fiscale perpetrata nel settore della commercializzazione di prodotti informatici e telefonici.
Sono state effettuate anche una serie di perquisizioni presso le sedi di 13 imprese, nonché le abitazioni di ulteriori due soggetti, coinvolti a vario titolo nel meccanismo fraudolento e denunciati, altresì, per autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti.
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Salerno nel corso degli accertamenti coordinati da questa Procura della Repubblica, l’indagato posto agli arresti, classe ’74 – formalmente residente in Bulgaria, ma che è risultato nei fatti vivere stabilmente a Scafati (SA) – è da ritenersi il materiale ideatore e promotore di un sistema illegale che ha consentito, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (per l’ammontare di oltre 25 milioni di euro), un’evasione fiscale di circa 6 milioni e mezzo di euro.
Secondo la tesi accusatoria, la frode sarebbe stata realizzata sfruttando delle società “cartiere” (tecnicamente “missing trader”) per l’acquisto, in regime intracomunitario, di notevoli volumi di merce non imponibile ai fini IVA, che – proprio poiché beneficiava di tale “risparmio” d’imposta – poteva essere poi rivenduta sul territorio nazionale applicando tariffe molto più vantaggiose della media, conseguendo comunque un considerevole guadagno e alimentando, parallelamente, delle condizioni di concorrenza sleale, per la significativa disparità rispetto ai prezzi praticati dalle altre aziende per le medesime tipologie di prodotti.