E vai: a Gianluca Festa non deve essere sembrato vero. Quell’assist ricevuto merita una conclusione a colpo sicuro. E il consigliere comunale del Gruppo “Davvero” ha fatto gol a porta vuota. Bello vincere facile, no?
L’occasione per bacchettare – per l’ennesima volta – il “suo” Sindaco gli è stata fornita dall’episodio che ha visto, suo malgrado, protagonista il collega Ottavio Giordano, destinatario di una ingiuria (ma non è reato? Boh) ascoltata da tutti, anche da pubblici ufficiali presenti. Ascoltata e vista attraverso l’espressione incazzata da chi ha visualizzato il filmato di Telenostra che ha documentato l’ampio repertorio di male parole conosciute dal primo cittadino di Avellino (figuriamoci gli ultimi!).
Ebbene Festa, con scarsa tempestività (dopo oltre 24 ore di riflessione), ha offerto la sua solidarietà pelosa a Ottavio Giordano attraverso un comunicato che è utile solo per dare addosso al “suo” Sindaco, in quanto è condito da inesattezze pacchiane.
Innanzitutto non si è trattato di una intervista perché, di solito, alle domande di un giornalista non si risponde con “ca……” e “co……”, come si ascolta dal filmato nonostante i “bip” di censura. Intervistare significa essere in una condizione paritaria. Un consigliere comunale che ha fatto pure giornalismo dovrebbe saperlo. Giordano non era in condizione paritaria perché ha rivolto le domande con educazione. Per mettersi al pari dell’interlocutore avrebbe dovuto usare lo stesso linguaggio da lavandaio.
Per quanto riguarda le scuse fatte, circa un mese fa, dal nostro educatissimo Foti al suo collega sindaco di Verona per l’increscioso episodio di cui tanto si parlò (i vigili si sarebbero voltati dall’altra parte mentre era in atto un’aggressione ai dirigenti del Verona calcio), la bacchettata di Festa è notevolmente tardiva: perchè dissentire adesso e non all’epoca. Magari durante un consiglio comunale…o mentre si attendeva che ne saltasse uno.
Un fatto emerge da queste attestazioni di solidarietà (quella di Gianluca Festa non è l’unica): tutti bravi a parlare ma nessuno che sia capace di rendersi conto di una cosa. La classe giornalistica va rispettata perché è quella che esporta l’immagine della comunità al di fuori dei confini cittadini o provinciali, soprattutto attraverso il web.
L’offesa fatta a Ottavio Giordano è rivolta a una categoria che – fortunatamente solo in parte – non sempre ha saputo mostrare la schiena dritta che tanto piace a Foti. Questo non significa che i giornalisti debbano prendere a male parole i politici e i vari interlocutori, ma ogni tanto un bel “vaffa” mascherato con forbite parole, non farebbe male.
Cominciamo con il nostro che appare evidente da questa nota indirizzata a destinatari altrettanto facilmente individuabili.
L.P.
Per la cronaca, ecco il comunicato di Gianluca Festa che pubblichiamo gratuitamente nonostante sia una evidente inserzione propagandistica:
“Voglio dissociarmi, come amministratore comunale di Avellino e da cittadino che crede nelle Istituzioni – scrive il consigliere Gianluca Festa – , dal comportamento tenuto ieri dal Sindaco Foti in occasione dell’intervista rilasciata ad Ottavio Giordano. Al riguardo mi aspetto che chi guida, mi auguro ancora per poco, l’Amministrazione in questo momento, chieda scusa al giornalista irpino, alla stampa locale ed a tutti i cittadini avellinesi. Nel caso dell’aggressione a Luca Toni il sindaco Foti si precipitò, inspiegabilmente, a chiedere immediatamente scusa, a nome della Città, all’ex giocatore della nazionale tramite i media nazionali. In quella occasione, tra l’altro, invece, avrebbe dovuto difendere l’onorabilità e la storia dei tifosi avellinesi e, con loro, la Città rispetto alle offese di alcuni tifosi del Verona che definirono terremotati gli avellinesi. Oggi, sia lui a chiedere scusa a tutta la comunità cittadina. Continuo a trovare assurdo e ingiustificabile il comportamento di questo sindaco ormai “scaduto”, non solo nei tempi, ma anche nei comportamenti e nei modi. Se non ha amore per la Città, meglio che lo dica chiaramente perché così fa solo male alla comunità che non merita di subire tutto ciò”.