Sabato 14 dicembre 2024, alle ore 17.00, nel Casino del Principe di Avellino, Corso Umberto I, 215, sarà inaugurata la mostra fotografica e sarà presentato il catalogo Paola Preziosi. Shots that tell the story of America di Paola Preziosi, a cura di Alfonso Amendola, Maria Cristina Lenzi – Mostra e catalogo De Angelis Art –.
All’inaugurazione dell’evento, patrocinato dal Comune di Avellino, parteciperanno Laura Nargi (sindaco del Comune di Avellino), Maria Cristina Lenzi (Già funzionario SABAP e curatrice del volume), Alfonso Amendola(Professore di sociologia UNISA e curatore del volume), Marcello Di Donato (Fotografo e docente di fotografia ABAF), sarà presente l’Autrice.
Dopo i saluti del sindaco di Avellino, Laura Nargi, proseguirà la presentazione del progetto da parte diAlfonso Amendola, Maria Cristina Lenzi e Marcello di Donato.
L’America è il tema vivo e centrale che il lavoro fotografico dell’artista, attraverso le immagini esposte nelle sale del prestigioso Casino del Principe, vuole raccontare.
L’importante lavoro di Paola Preziosi dedicato a diversi momenti vissuti in America, si inserisce in una tradizione fotografica che ha visto nell’America un punto di riferimento, un’America, però, interpretata dall’artista secondo un proprio taglio creativo. Shots that tell the story of America è dunque la narrazione di un viaggio, dei luoghi visitati ma è anche una narrazione che evidenzia, la società americana con i suoi cambiamenti e la sua identità.
L’ideazione della mostra, l’allestimento e il catalogo sono stati realizzati da De Angelis Art, Roma.
l’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale di Avellino, dell’Istituto IPSEOA “Manlio Rossi Doria” di Avellino, A. Capaldo s.p.a., AF Rappresentanze di Alessandro Favodiano, Chime s.p.a., De Matteis Agroalimentare s.p.a., Falegnameria F.lli Rubicondo s.r.l., Radio Punto Nuovo e RCS75.
Testo del curatore
Prof. Alfonso Amendola
America!
È tema vivo l’America. È materia incandescente e sublime. È totalità e disincanto. È un percorrere infinito. È un volto che nasconde mille maschere. È una maschera che nasconde mille volti. Insomma, facile non è raccontare gli States. E lo si può fare solo se si entra nel pulsare estremo di questo vasto territorio. Così come fa il sontuoso lavoro fotografico di Paola Preziosi nel suo Shots that tell the story of America. Un vero corpo a corpo con diversi spaccati americani (e soprattutto con New York). Un respirare dentro. Uno sguardo di totalità. Un incontro-scontro fatto di luci notturne (alcune immagini dall’alto sono vero dono della visione), automobili (ogni frames del caotico diventa racconto), grattacieli (fotografati tra elevazioni, tagli sghimbesci, dettagli, campi lunghi), spaccati di vita quotidiana (una ragazza in bicicletta o il muso di un bus), coralità impetuose, momenti rubati al fugace (un suonatore di sax, un cestista), imponenti grandangoli che guardano al filmico (e quanto cinema c’è nell’immaginario fotografico della nostra autrice), montagne (colte da differenti angolazioni e prospettive) e ancora caseggiati, spiagge, cactus.
Il focus New York
Sappiamo bene che la fotografia ha svo1to un ruolo fondamentale nella rappresentazione dell’identità urbana dell’America e in particolar modo di New York, catturandone la complessità e la diversità attraverso immagini che hanno testimoniato la vita quotidiana, le diverse comunità e le interazioni sociali. E infatti questo importante lavoro di Paola Preziosi dedicato a diversi “momenti” USA si muove concretamente nel percorso di una “tradizione” fotografica che fin dalle origini ha visto proprio nell’America e soprattutto nella città di New York un preciso punto di riferimento e sperimentazione visiva. Basti pensare ai fotografi pionieri che hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo della pratica fotografica e dell’innovazione tecnologica e che al contempo ha reso possibile la diffusione della fotografia, facendo conoscere al mondo la città. Fotografi come Mathew Brady, Jacob Riis e Alfred Stieglitz fino ad arrivare a fotografi iconici come Berenice Abbott e Lewis Hine oppure Margaret Bourke-White e Andreas Feininger che hanno contribuito a creare una narrazione visiva della città, evidenziando l’imponenza dei grattacieli e la loro connessione con l’identità di New York. E lungo questa lineare “identitaria” si muovono le fotografie di Paola Preziosi soprattutto quando dialoga con la Grande Mela. Logicamente con una serie di “accensioni” in più dettate dalla sua sensibilità e con il suo continuo “interrogarsi”. Un grande scrittore, Jack Kerouac, nella sua opera ha sempre raccontato l’America (entro le sue infinite sfaccettature, ovvero: il magnifico e il terribile, il soave e il lacerante) e in un passaggio letterario così il padre estremo della Beat Generation racconta la “sua” New York: “Era troppo per crederla vera; così complicata, immensa, insondabile. E così bella, vista da lontano: canyon d’ombra e di luce, scoppi di sole sulle facciate in cristallo, e il crepuscolo rosa che incorona i grattacieli come ombre senza sfondo drappeggiate su potenti abissi”. Ecco questa definizione della città mi sembra calzante per il lavoro di Paola Preziosi. Per la riuscita capacità d’aver saputo ritrarre alcuni spaccati della “sua” New York. La creatività di Paola Preziosi rivela un’indole funambolica, da messaggera di lontananze, da poetessa di immagini, che rammenta i volti, le cose, i luoghi e il trascorrere del tempo. In particolare, le fotografie dell’architettura e dello skyline di New York nel lavoro della Preziosi svolgono un ruolo cruciale in questa esposizione in grado di definire la tensione visiva dell’urbanità della città. Nel suo lavoro fotografico c’è tutta la grandezza degli edifici e la maestosità dei grattacieli, trasmettendo un senso di verticalità e dinamismo che caratterizza l’orizzonte della metropoli. La scelta della fotografa enfatizza l’identità unica di New York come centro urbano cosmopolita e pulsante di energia. La fotografia della vita urbana e della cultura popolare di New York qui ritratta, riflette la diversità e la vivacità della metropoli. Gli scenari immortalati da Paola Preziosi catturano l’effervescenza della vita quotidiana e l’interazione tra diverse comunità. Attraverso le sue immagini, emergono le espressioni, le routine e le dinamiche sociali che rendono unica l’esperienza della vita urbana a New York, offrendo uno spaccato autentico e vitale della città.
Lo sguardo totale
In generale, nella totalità del suo sguardo, le fotografie di Shots that tell the story of Americadocumentano i cambiamenti nel tessuto sociale e urbano americano, offrendo uno sguardo autentico delle “mille luci” dell’America. “Disegnando” un vortice di immagini e dove è “magnifico perdersi nell’incantesimo” di questo racconto visivo. Shots thattell the story of America va vissuta, vista, goduta come un racconto. Un elegantissimo storytelling di chi ha amato questo territorio che sembra infinito e ci ha anche lasciato una parte di cuore (sia ben chiaro signori e signore che vi siete immersi in questa mostra, la tecnica del fotografare è potente ma senza cuore non c’è nessuna verità fotografica. È solo esercizio di stile: e qui c’è tanta passione anche nel taglio più rigoroso, formale o volutamente algido).
La Preziosi con Shots that tell the story of Americarealizza un magistrale racconto visivo costruito in blocchi di sequenza che, seppure privi di volute congiunzioni, diventano nella sintesi dello sguardo spettatoriale un perfetto spazio unitario. E dove almeno due matrici espressive vanno a confluire: una di tipo “documentario” (e giammai didascalico come precedentemente indicato) e una di tipo inventivo come sguardo verso riti di ultra modernità (il caos della quotidianità) e di storie di un passato vivente, di una tradizione immaginifica la cui voce sembra appartenere a tutti: ovvero il mito “iperreale” (come chiama l’America Jean Baudrillard). Paola Preziosi con i suoi scatti è riuscita a catturare l’essenza in continua evoluzione dell’America, spesso esplorando temi come la diversità culturale, l’identità urbana, i cambiamenti sociali e realizzando una intima “narrazione della narrazione” (Mele 1991). E dove l’ambiente influisce sulla sua creatività, non riguardo ai soggetti, quanto piuttosto alle riflessioni che sorgono nel suo animo circa l’uomo e la modernità. Nell’esperienza della fotografa irpina è incancellabile il fascino dei luoghi, ma non inganni questa primaria naturalezza, perchè a questa fascinazione si unisce una mai sopita passione per lo studio delle tecniche e per il mestiere.
Prospettive
In conclusione, lo spaccato fotografico di Shots thattell the story of America realizzato da Paola Preziosi è anche un viaggio affascinante dentro la storia, la cultura, l’essenza, l’identità e la società americana attraverso immagini iconiche e rappresentazioni della vita urbana. Il lavoro di Paola Preziosi ci invita a riflettere sullo statuto fotografico di “identità e memoria” (Bory 2001) e nel cogliere sempre “l’idea” (Sorlin 2001) concretamente ci fa immaginare che l’America continui a ispirare nuove generazioni di fotografi e a essere al centro di dibattiti e questioni globali, mantenendo il suo ruolo di capitale culturale e artistica nel panorama internazionale. Sempre e nonostante tutto.