L’indagine sui presunti corsi di formazione fittizi all’Alto Calore provoca i primi effetti sul fronte politico. Il silenzio opposto sulla vicenda dal Partito democratico e dal sindaco Gianluca Festa non è servito per minimizzare gli effetti della vicenda che rischia di complicare i piani in vista delle prossime elezioni.
L’amministratore dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia, per il quale la Procura aveva richiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari, pensa alla opportunità/necessità di presentare le dimissioni, che potrebbero giungere dopo l’interrogatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari. Se confermate, le dimissioni complicherebbero ulteriormente la partita politica, considerata la necessità di aprire e chiudere in tempi brevi la successione a Ciarcia, anche al fine di evitare all’Alto Calore la liquidazione giudiziale (fallimento).
L’inchiesta su Ciarcia almeno sul piano politico scopre diverse contraddizioni nel Pd, ma come detto nessuno ha voglia o possibilità di avanzare critiche e distinguo: non può certo farlo il segretario del partito Nello Pizza, che di Ciarcia è difensore nel procedimento penale. Tace anche l’area Schlein, oramai estromessa dal tavolo per individuare il candidato sindaco e tornata in polemica con la maggioranza di via Tagliamento per la gestione del tesseramento.
Silenzio ovviamente anche dall’area popolare di Enzo De Luca, riferimento politico proprio di Ciarcia, che si trova a dovere spiegare anche sul piano politico l’esistenza dei rapporti intercorsi con l’altro principale indagato dell’inchiesta, Gerardo Santoli, sindaco di Santo Stefano del Sole e riferimento del primo cittadino di Avellino Gianluca Festa.
Nelle ultime ore Festa ha ricevuto la richiesta di dimissionare Santoli dalla guida di Grande, la società neonata che gestisce la raccolta dei rifiuti in città. Richiesta arrivata non dal Pd, né tantomeno dal centrodestra, ma dal socio privato De Vizia.