L’Avellino chiede 30 milioni alla Figc che potrebbe riammettere la società in B

In questo caso, la parola magica si chiama “autotutela” e la situazione viene bene spiegata in un ampio servizio apparso oggi sul Corriere dello Sport, nella sua edizione nazionale, realizzato da Tullio Calzone che ha dettagliatamente illustrato i possibili scenari nell’articolo che vi proponiamo integralmente.
Escluso per la fidetjussione Finworld, Taccone pensa a un clamoroso risarcimento. Bocciato dal Collegio di Garanzia dello Sport del Coni e atteso nuovamente davanti al TAR il prossimo 13 settembre, anche l’Avellino torna a sperare in una clamorosa riabilitazione dopo l’esclusione dal campionato di Serie B.
Nella settimana del “redde rationem” relativamente alla “modifica” del format del torneo cadetto attraverso il blocco dei ripescaggi, autorizzato dalla Figc e contestato dalle sei società per il momento escluse (Novara, Catania, Ternana, Siena, Pro Vercelli ed Entella), un nuovo capitolo rischia di essere scritto nell’estate più turbolenta del calcio italiano dell’ultimo decennio. Venerdì, infatti, l’ex ministro Frattini si pronuncerà sui ricorsi presentati non solo dai club estromessi dalla cadetteria, ma anche da Figc, Lega B e Lega Pro.
Intanto le polemiche divampano più feroci che mai e il club irpino è rientrato prepotentemente in scena nonostante la nascita di una nuova società nel capoluogo campano pronta a ripartire dalla Serie D e già inserita nel girone G, quello sardo-laziale. Dall’aver perso il calcio, dunque, Avellino si ritrova nella condizione di poter avere addirittura due squadre sia pure in categorie diverse ma entrambe affiliate alla Federcalcio. Incredibile, no? 
NODO DECISIVO – Ma come si spiega ciò? La domanda che regge il teorema risarcitorio dei campani è, tutto sommato, abbastanza scontata: perché l’Avellino di Taccone è stato estromesso dalla cadetteria meno di un mese fa a causa di inadempienze amministrative e oggi si consente ad altri club di sanare un’identica condizione?
Anche l’Avellino, dunque, può ugualmente confidare in una riammissione?
La chiave risolutiva di questa vicenda è rappresentata dal Comunicato Ufficiale della Figc dello scorso 30 agosto, nella fattispecie il numero 59, con il quale il Commissario straordinario della Federcalcio Roberto Fabbricini ha reso noto che oltre a dieci società di Serie C, anche due di Serie B (Lecce e Palermo) hanno ottenuto la licenza nazionale producendo fidejussioni rilasciate dalla Finworld, contestate e annullate dal Consiglio di Stato sin dall’11 luglio scorso.

Se ne deduce che, secondo quanto sostiene l’Avellino, alla verifica decisiva della Covisoc dello scorso 12 luglio, anche siciliani e salentini, oltre agli stessi irpini, non erano nelle condizioni di essere iscritti al campionato cadetto o, al limite, erano tutte da iscrivere regolarmente.

DISPARITA’ DI TRATTAMENTO – Questa evidente disparità di trattamento ha indotto il presidente Walter Taccone a richiedere che la Figc, in regime di “autotutela”, riammetta in serie B l’Avellino. In caso contrario sono già pronte azioni risarcitorie pluri-milionarie.

Ricordiamo che il sodalizio biancoverde era stato estromesso dalla cadetteria nonostante avesse provveduto al pagamento di stipendi, oneri contributivi e previdenziali e al ripianamento di perdite per una somma complessiva di circa 5 milioni di euro. Fatale poi era stata la polizza fidejussoria rumena Onix Assigurari perché priva di rating, ragione per la quale si era fatto ricorso alla Finworld in seconda battuta, ma fuori dai termini perentori, secondo la Figc.
Ora la vicenda si è clamorosamente riaperta e influenti mediatori sarebbero al lavoro per un’intesa ragionevole e per disinnescare, soprattutto, il rischio di ragguardevoli risarcimenti da parte della Federcalcio, avendo il club irpino, tra l’altro, perso l’intero parco giocatori svincolati dalla Figc subito dopo la prima udienza al TAR del Lazio dello scorso 7 agosto.
Il sodalizio campano sarebbe pronto a richiedere una somma prossima ai 30 milioni di euro!
Non è da escludere, anzi sembrerebbe la soluzione auspicabile, che venga proposto a Taccone l’ammissione al prossimo campionato di Serie C con la rinuncia alle azioni risarcitorie che si agitano sull’intera vicenda in questa indimenticabile estate del calcio italiano, tra Ronaldo, nuove piattaforme tv e un caos interminabile!
 
IL PATRIMONIO EVAPORATO

Una disparità di trattamento che giustificherebbe un risarcimento danni senza precedenti, almeno in Serie B.

Anche perché la perdita dell’affiliazione non solo ha estromesso gli irpini dai professionisti, ma ha di fatto causato danni al patrimonio della società.
E’, infatti, lunga la lista dei calciatori di proprietà dell’Avellino che si sono svincolati dopo il primo pronunciamento del Tar del Lazio.
Tra quelli che si sono accasati in B, c’è Pierre-Yves Ngawa, il 26enne duttile terzino destro pescato in Belgio dal ds De Vito e andato al Perugia, il cui cartellino è valutato non meno di 500 mila euro.
Sono andati a rinforzare la Salernitana, invece, due espertissimi della passata stagione: il centrale difensivo Marco Migliorini, 26 anni, valutazione attorno ai 400 mila euro, e il centrocampista Francesco Di Tacchio, 28 anni, valore di mercato 500 mila euro.
In B giocano Matteo Ardemagni, attaccante 31enne passato all’Ascoli, il club irpino avrebbe potuto cederlo a 500 mila euro. Sempre al Perugia è andato Nicola Falasco, 24 anni, difensore cresciuto nella Roma e capace di giocare a centrocampo. Valutazione? 200 mila euro. E’ sbarcato gratis in Laguna il portiere Luca Lezzerini, 23 anni: il Venezia avrebbe dovuto sborsare 500 mila euro. E’ allo Spezia l’esterno marocchino Soufiane Bidaoui, 28 anni, 400 mila euro il suo cartellino. Ma il caso più clamoroso è quello del trequartista belga Marten Wilmots, 19 anni . Il Frosinone aveva offerto 1 milione di euro per averlo. 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

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