Le accuse a Festa

Di cosa è accusato il sindaco di Avellino? La risposta l’ha fornita il diretto interessato che nel corso della conferenza stampa convocata a palazzo di città ha reso note le ipotesi di reato contenute nell’avviso di garanzia che gli è stato notificato contestualmente alla esecuzione dei mandati di perquisizione e sequestro di atti e del suo telefono cellulare. La Procura ipotizza a carico del sindaco di Avellino l’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, alla corruzione, al falso, all’abuso d’ufficio. Reati che secondo il primo cittadino si riferiscono ai rapporti (negati dal sindaco) con alcuni imprenditori privati che hanno sponsorizzato la società di basket da lui fondata e della quale è stato socio sino ad alcuni mesi fa. Sulla base delle dichiarazioni rese da Festa è possibile affermare che a giudizio della Procura potrebbe esistere un gruppo organizzatosi per commettere simili reati (l’associazione per delinquere viene contestata quando vi sono almeno tre persone che agiscono in concorso). Appare probabile, sempre sulla base delle dichiarazioni del sindaco, che  l’accusa principale mossa dai magistrati sia quella di avere spinto (o essere stato spinto da) altri soggetti (presumibilmente imprenditori) a sponsorizzare   il club di basket (o ad accettarne la sponsorizzazione) in cambio di favori. Già, ma quali e in quale ambito? La turbativa d’asta porta a ritenere che il settore sia quello degli appalti pubblici. L’utilità realizzata dal sindaco poi potrebbe non essere consistita nella dazione di denaro alla sua persona ma proprio nella sponsorizzazione della DelFes, della quale Festa era socio, dunque soggetto avvantaggiato direttamente dal finanziamento alla società. Il sindaco ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda, spiegando anche di non avere mai avuto conoscenza neanche di chi sponsorizza la società di pallacanestro. Festa ha anche denunciato che la Procura si sia mossa sulla base dei tanti esposti presentati dalle opposizioni contro il suo operato, ma almeno nel caso specifico non si ricordano campagne politiche e accuse al sindaco in relazione al suo impegno per la pallacanestro che tutti avevano sempre considerato estraneo all’amministrazione comunale. L’indagine dunque potrebbe essere partita dall’acquisizione di altre notizie di reato (da parte di fonti diverse da esponenti politici ad esempio, oppure incrociando documenti già al vaglio della Procura), proprio come potrebbe essere accaduto per i filoni di indagine su alcuni appalti comunali.
Resta da verificare infine cosa i magistrati inquirenti potranno ulteriormente approfondire e verificare sulla base del materiale sequestrato al sindaco (la perquisizione si è conclusa con il sequestro di atti e dunque, almeno tecnicamente, non ha avuto un esito negativo). Con le ultime operazioni di polizia giudiziaria ordinate a carico di Festa e degli altri indagati per questo così come per gli altri filoni di indagini la Procura ha fatto venire meno il segreto istruttorio. Avere scelto di fare conoscere ai diretti interessati di essere indagati (in questo caso scelta tecnicamente obbligata considerati i sequestri e le perquisizioni) sul piano investigativo può anche essere interpretata come una strategia di chi non teme (o non teme più) possibili occultamenti e inquinamenti di fonti di prova già incamerate negli scorsi mesi quando nessuno aveva il sospetto dell’apertura dei fascicoli. In pratica almeno in relazione alla raccolta del materiale investigativo l’indagine potrebbe essere quasi conclusa e comunque vicina ad una svolta: con un nulla di fatto, come sostiene e si augura il primo cittadino (così sicuro e fermo nel dichiarare la sua innocenza da avere usato anche toni insolitamente critici verso l’operato dei magistrati). Oppure no.

SPOT