Negli ultimi anni la malavita ha subito colpi durissimi da parte dello Stato in provincia di Avellino: praticamente smantellati i clan Cava e Graziano, fortemente indeboliti i sodalizi della valle Caudina; infine negli ultimi due anni importanti operazioni hanno (finalmente) smantellato anche l’organizzazione economico-finanziaria delle famiglie criminali attive nella città di Avellino. Moltissimo insomma è stato fatto, ma i gravi fatti accaduti non solo di recente dimostrano che tanto rimane da fare. Sparatorie avvenute in pieno giorno e nel pieno della movida, alle quali si aggiungono altri fatti meno conosciuti ma non per questo trascurabili, sono la dimostrazione che esiste ancora una realtà criminale composta da gruppi che si fronteggiano pronti a tutto, soprattutto ad uccidere, per compiere il salto di qualità. Più che probabile che sia il mercato della droga in città e nell’hinterland l’unico interesse di una malavita che non arriva da altre parti della regione o della provincia, ma che è nata ed è cresciuta nella stessa città di Avellino. Sono trascorse quasi due settimane dal ferimento di tre persone lungo viale Italia, e il responsabile, identificato dalle telecamere di videosorveglianza, è ancora libero. Posto che il legame con il gravissimo episodio e la malavita cittadina è ancora tutto da confermare, è certo che dietro il mancato arresto ci siano esigenze investigative. Ma la situazione rischia di arrivare oltre il livello di guardia: chi da tempo è protagonista di spaccio, risse e sparatorie, continuerà a farlo con ogni probabilità, generando così anche una crescente sfiducia nello Stato da parte della cittadinanza. Lo Stato deve reagire, battere un altro colpo. Sperando che sia quello definitivo per riportare Avellino e l’Irpinia sotto il livello di guardia.