“Mattone selvaggio”, Avellino maglia nera: un abuso scoperto ogni due giorni

“Mattone selvaggio”, la provincia di Avellino “maglia nera” in Campania. E’ quanto viene fuori dal Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente. Un elenco di abusi, di cemento, di veleni, di territorio martoriato, di clan che fanno affari. Che si conferma anche su base provinciale dove la Campania detiene un primato tutt’altro che lusinghiero, visto che la Provincia di Napoli è maglia nera per illegalità ambientale con 1.351 infrazioni, seguita dalla Provincia di Roma. La provincia di Salerno è quarta con 974 infrazioni , segue Avellino con 856.

La Campania si conferma maglia nera a livello nazionale anche nel ciclo dei rifiutiè la regione con il più alto numero di reati accertati in questo settore 1.357, il 18% sul totale nazionale, con incremento pari al 39% rispetto lo scorso anno, con 1.416 persone denunciate e 14 arrestate e 538 sequestri. La classifica regionale vede la provincia di Napoli prima a livello nazionalecon 362 infrazioni, segue Avellino con 136 infrazioni accertate. Terza la provincia di Caserta con 121 infrazioni segue Salerno con 85 infrazioni accertate.

La provincia di Avellino si conferma la nuova capitale del mattone selvaggio, con 248 infrazioni scoperte dalle forze dell’ordine nel corso del 2017, una ogni due giorni. Seguono, di misura, quella di Napoli, con 239 infrazioni, quindi Salerno 108 e Caserta 62. Quattro province campane su cinque, con l’eccezione di Benevento, sono tra le prime venti per numero d’illegalità. Non a caso, secondo l’Istat, in Campania ormai sei case su dieci sarebbero fuorilegge.

Legambiente lancia allarme shopper illegali che soffoca la Campania: cifre record per Napoli dove nel 2017 la Polizia locale ha provveduto al sequestro di 1,6 milioni di sacchetti illegali, mentre nei primi 5 mesi del 2018 ne ha già sequestrato più di 122.000. Dove? principalmente nella zona di Arenaccia (109.000), a Poggioreale (7.000), a Pianura (3.000) e ben 2.500 in un unico negozio in centro città. Triste primato per la Campania anche sul fronte degli incendi: si registra il numero più alto di incendi 1.138 (+50% rispetto all’estate del 2016), 50 denunce e 20 sequestri.

La criminalità organizzata- commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania– lo abbiamo sempre scritto sin dal primo rapporto Ecomafia, non è comunque unica attrice protagonista dell’aggressione all’ambiente. Il palcoscenico è sempre stato affollato da una vera e propria imprenditoria ecocriminale che si avvale di professionisti e funzionari pubblici corrotti, colletti bianchi, banchieri, uomini politici e delle istituzioni. L’obiettivo è sempre lo stesso, privatizzare i beni comuni per fare affari, violando ogni legge e principio di buon senso. Quelli di questo nuovo rapporto Ecomafia sono numeri densi di significato, rappresentano comunque un segnale forte nel paese, nel suo storico ventre molle – la tutela dell’ambiente – per dire che non è tempo di abbassare la guardia, anzi che serve più che mai rilanciare l’attività di contrasto e di prevenzione, prima che sia troppo tardi. In palio non c’è solo la sopravvivenza degli ecosistemi ma di una buona fetta di economia e capacità produttiva della nostra regione che intrapreso lentamente la strada lungo i sentieri della sostenibilità e della responsabilità sociale. La Campania sostenibile- conclude  Imparato di Legambiente con le sue eccellenze puo’ assumere un ruolo da protagonista per il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità.”

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