Miracoloso ritorno in piena salute per il 28% dei dipendenti di Irpiniambiente che erano stati dichiarati inidonei al tipo di lavoro svolto.
E’ il risultato dell’indagine svolta dall’azienda di Avellino che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Finora 178 soggetti (sui 593 in servizio presso Irpiniambiente, il 30% dei dipendenti) avevano evitato faticosi tipi di lavoro in quanto inidonei a svolgere determinate mansioni.
Poi è arrivata la visita da parte della Commissione medica dell’Asl di Avellino e – miracolo, miracolo – ben 50 dipendenti sono tornati in piena salute. Altri potrebbero essere dichiarati idonei nei prossimi giorni.
Com’è possibile che siano stati trovati totalmente riabilitati dai sanitari dell’Asl rispetto alle certificazioni sottoscritte da altri medici che, in passato, avevano verificato le loro condizioni fisiche?
Altro che inidonei.
Occorrerebbe fare luce, insomma, anche sugli accertamenti sanitari e porre all’attenzione della magistratura eventuali anomalie. Perchè puntare l’indice solo nei confronti dei lavoratori?
Insomma, non si può frettolosamente archiviare come “miracolo” il ritorno in piena forma di persone giudicate inidonee al lavoro attraverso accertamenti svolti da medici che avevano sentenziato tale status.
Va detto che l’inidoneità per motivi di salute, è un diritto sacrosanto dei lavoratori, previsto dalla legge.
La priorità, infatti, è tutelare chi effettivamente è affetto da patologie e problemi di salute che gli impediscano di svolgere un determinato lavoro. In questo caso il lavoratore può essere adibito ad altre mansioni, che non siano in contrasto con lo stato di salute.
Entro fine settembre saranno completate le visite per gli altri dipendenti che risultano attualmente inidonei a svolgere determinate mansioni.
A questo punto sarebbe interessante verificare in base a quali documentazioni sanitarie siano stati dichiarati inidonei quei dipendenti ora trovati in ottima salute.
C’è poi da fare luce sugli infortuni sul lavoro. Ma questo è un altro capitolo.