Per la prima volta Vincenzo De Luca sbaglia pronostico e scommette sul candidato sconfitto alle primarie. In passato aveva sostenuto Bersani contro Renzi, poi Renzi contro Bersani, poi ancora gli antirenziani di Zingaretti contro Renzi. Stavolta i calcoli non sono andati a buon fine e il patto di ferro sottoscritto con Stefano Bonaccini, rafforzato anche dal sodalizio con Michele Emiliano, è stato travolto dal risultato dei gazebo, che hanno ribaltato il voto espresso dagli iscritti.
Dunque, Piero De Luca non sarà il responsabile del mezzogiorno per il PD, ma soprattutto per De Luca padre si apre ora un doppio fronte di battaglia, a Roma così come a Napoli. A livello nazionale il presidente si ritrova all’opposizione e sarà difficile per lui incassare il sostegno del suo partito sull’approvazione della legge regionale (fortemente sospettata di incostituzionalità) che prevede il terzo mandato e quindi la sua ricandidatura nel 2025. A Napoli città così come in molti comuni della stessa provincia partenopea le urne hanno segnato la vittoria di Elly Schlein. Segno inequivocabile che la distanza fra il pensiero deluchiano e il sentiment dell’elettorato di centrosinistra si è fatta ancora più marcata.
Certo, la parte politica che si oppone a De Luca non ha ancora né voglia né forza per iniziare una battaglia contro il governatore, così come testimonia l’accordo per eleggere una fedelissima di De Luca come Rosa D’Amelio alla guida del partito campano. Prevale la scelta tattica di attendere l’ulteriore indebolimento politico del presidente, sperando che non riesca a recuperare campo, compiendo l’ennesima acrobazia politica saltando sul carro della vincitrice. Possibile, ma difficile, almeno stavolta.