Sequestro beni Sidigas: novità dalla cassazione. De Cesare contesta la cessione dell’U.S. Avellino

E’ stato accolto il ricorso presentato da Gianandrea De Cesare in cassazione, in merito all’inammissibilità dell’appello contro il sequestro dei 97 milioni di euro. Annullata la sentenza del Tribunale del Riesame: la questione del dissequestro dei beni di proprietà della Sidigas e dell’ingegnere napoletano – difeso dagli avvocati Guido e Alfonso Furgiuele – torna d’attualità al Tribunale di Avellino.

La decisione della cassazione potrebbe aprire nuovi scenari riguardanti non solo la Sidigas, ma anche l’U.S. Avellino, per la cui cessione avvenuta lo scorso dicembre, De Cesare ha presentato ricorso.

L’ingegnere ha pure denunciato l’operato dell’amministratore delegato della Sidigas, Dario Scalella – da lui nominato – e del custode giudiziario del Tribunale di Avellino, Francesco Baldassarre, che avrebbero esclusivamente pensato – secondo De Cesare – a dismettere i rami d’azienda, anziché provare a sanare la situazione economica della Sidigas.

A De Cesare non è andata giù la vendita dell’U.S. Avellino, finita nelle mani della IDC e poi di Angelo Antonio D’Agostino, lo scorso mese di marzo. Un’operazione giudicata non necessaria e illegittima dall’ex patron dell’Avellino perché sarebbe avvenuta senza il suo consenso per una cifra che si aggira intorno al milione e 300 mila euro.

Come scrive IrpiniaTv, i legali di De Cesare contestano anche la parcella che Scalella si sarebbe autoassegnato, pari a un milione di euro all’anno, più il 10% degli eventuali utili, oltre alle numerose e onerose consulenze pagate ai propri collaboratori.

In poche parole la speranza di De Cesare di riprendersi l’U.S. Avellino e i beni sequestrati si è rafforzata dopo l’esito favorevole del ricorso in cassazione.

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