Non c’è giorno che passi senza il rinvenimento e sequestri di cellulari nei Penitenziari della regione Campania. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario campano Emilio Fattorello: “Ancora una volta, a breve distanza dagli ultimi ritrovamenti, ci viene segnalato nuovo sequestro all’interno della Casa Circondariale di Ariano Irpino. Nella giornata di ieri, dopo lo spostamento dei detenuti dalla Seconda Sezione alla Prima, il personale della Polizia Penitenziaria ha provveduto ad una meticolosa operazione di bonifica della Seconda Sezione. In una intercapedine di una parete, abilmente occultati, sono stati scoperti quattro telefonini, di cui tre smartphones ed uno del tipo micro, perfettamente funzionanti. Sequestrati anche diversi carica batteria anche artigianali nonchè pezzi di ricambi e circuiti di vario genere: quasi un piccolo laboratorio di manutenzione!”.
Per Fattorello, “quella di Ariano Irpino, vero carcere di frontiera, è di sicuro tra le sedi più disagiate del distretto campano sotto tanti aspetti, oggetto di precise denunce del SAPPE rivolte a diverse Autorità rispetto alle quali aspettiamo ancora riscontri ed annunciati provvedimenti che ormai risultano improcrastinabili. Il SAPPE Campania esprime il proprio compiacimento ala Polizia Penitenziaria di Ariano Irpino, che, pur operando ormai in condizioni operative critiche, riesce a garantire la legalità ed il proprio mandato Istituzionale”.
Netta la denuncia del Segretario Generale del SAPPE Donato Capece: “Ad Ariano Irpino, in Campania ed in tutta Italia sono decine i telefonini rinvenuti ogni giorno nelle carceri, in possesso a familiari ed amici di detenuti che tentano di introdurli in carcere con pacchi postali e nei colloqui o proprio in uso ai ristretti stessi. Come avvenuto ad Ariano Irpino, le donne e gli uomini della Polizia Penitenziar per l’ennesima volta, pur se tra mille criticità operative, con livelli minimi di sicurezza e poche risorse umane, garantiscono ed assicurano la legalità contro il malaffare della criminalità nelle carceri. Nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nei carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.