Tresette a perdere

Bisogna dare atto a Franco Festa, ex rappresentante di Controvento, di avere dipinto da par suo con largo anticipo la situazione nella quale si ritrova il centrosinistra/campolargo/campogiusto: “Il campo largo, in una stanzetta stretta stretta, lontana dal mondo, se la canta e se la suona da solo”. In effetti viene quasi il sospetto che alcuni dei partecipanti al famigerato tavolo stiano giocando  a perdere, dando così l’ennesima dimostrazione di avere capito poco o quasi nulla dopo anni di frequentazioni demitiane. Eppure anche un tresette a perdere ha una sua logica e soprattutto obbliga ad avere una strategia nel perseguire la -apparente- sconfitta. Invece il tavolo avellinese ha sino ad ora sconfitto ogni possibile tentativo di interpretazione, facendosi apprezzare soltanto per una certa presunzione (a dire poco) di alcuni suoi esponenti più che mai stizziti dalla critiche ricevute per il nulla prodotto. La politica è per definizione l’arte del possibile, quindi vuoi vedere che proprio questo tavolo riesca (magari contro la stessa volontà di alcuni dei suoi partecipanti) in poche ore a compiere quello che non è riuscito a fare in tanti mesi: scegliere un candidato vincente per Avellino. Chissà. Fatto è che la rosa dei candidati si è praticamente ridotta a due, tre nomi, dopo o no incassati dall’avvocato De Maio, dal dirigente scolastico Caterini, dal prefetto in quiescenza Cannizzaro, dal direttore dell’istituto zooprofilattico Limone (che a dire il vero proprio il tavolo, forse nella sua unica volta alla unanimità,  aveva osteggiato con forza  e determinazione). Resterebbero ora in lizza i nomi più politici: Enza Ambrosone, data per favorita e considerata la prima scelta di Maurizio Petracca, seguita da Nino Sanfilippo, timidamente proposto da Generoso Picone. E poi mai dire mai: Antonio Gengaro ed Ettore Iacovacci. Le elezioni sarde obbligano tutti a unire le forze, dunque l’ordine è quello di serrare le file, almeno formalmente. Stop alle polemiche, tempi rapidi per la candidatura. Sotto il tappeto per ora tutti i dubbi e i sospetti di accordi stretti proprio col Gianluca Festa emersi negli ultimi giorni: il Movimento cinque stelle che chiede al sindaco i voti alle politiche, una fetta del Pd che si allea sempre con il sindaco  ufficialmente avversario prima per eleggere i vertici del consorzio universitario, poi per siglare una sorta di pace all’Alto Calore di nuovo al centro di inchieste della Procura e polemiche.
Insomma al tavolo si continua a giocare ma non si capisce se a vincere o a perdere.

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