“Ciò che colpisce di più è la scarsa attenzione, se non addirittura l’indifferenza, verso il fenomeno della violenza sulle donne troppo spesso è trattata come qualcosa di ordinario, come un semplice fatto di cronaca”. Cosi è espresso il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma a margine della cerimonia per il contrasto alla violenza sule donne tenuta al Teatro Gesualdo.
“Ma non deve essere così. La violenza sulle donne non deve colpire solo per la cronaca, ma per tutto ciò che accade prima e dopo. La violenza nasce in contesti degradati e produce conseguenze drammatiche. Non possiamo limitarci a occuparci del fatto in sé: dobbiamo affrontare anche il dopo, assicurando assistenza concreta alle donne maltrattate, perché esiste un futuro che dobbiamo garantire loro”.
“Purtroppo, la diffusione del fenomeno riguarda sempre più anche gli adolescenti – ha sottolineato – si tende a sottovalutare certi comportamenti, e i giovani pensano che ciò che avviene sui social rimanga confinato lì. Ma non è così. I contenuti diffusi sui social spesso sfuggono al controllo e restano in rete, trasformandosi in un’offesa eterna. Per questo è necessario innalzare la consapevolezza, soprattutto tra i giovani”.
“Confido molto nelle ragazze: devono imparare a farsi rispettare e a riconoscere comportamenti inaccettabili. A livello istituzionale, stiamo cercando di fare il possibile. Abbiamo dovuto aumentare l’organico della sezione che si occupa di questi reati: oggi sono ben quattro i magistrati dedicati, ma riceviamo decine di denunce al giorno per maltrattamenti in famiglia, stalking e casi legati al “codice rosso”. Non basta: bisogna fare di più” ha affermato il Procuratore, che ha seguito personalmente l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, avvenuto nel 2014 nel Parco Verde di Caivano. “È un caso maturato in un ambiente di indifferenza e omertà, dove nessuno si è fatto avanti per proteggere le vittime – ha spiegato – tuttavia, è stato sconfitto grazie al coraggio di un ragazzino che ha deciso di denunciare. Questo è il messaggio di speranza che vogliamo trasmettere ai giovani: avere il coraggio di non voltarsi dall’altra parte.
Per quanto riguarda gli strumenti a disposizione delle Procure per fronteggiare il fenomeno della violenza di genere, il Procuratore ritiene che siano utili ma occorrerebbe investire maggiormente sulla prevenzione: “Dobbiamo essere consapevoli che il momento giudiziario e repressivo non è sufficiente. Dobbiamo agire prima, con una prevenzione strutturale e sistematica, che includa scuole, servizi sociali e supporto alle famiglie. Tutto deve essere integrato. Non possiamo più permetterci di affrontare il problema a compartimenti stagni: serve un approccio unitario per un fenomeno così grave”.
“Dobbiamo anche riconoscere che la violenza sulle donne non si limita a motivazioni cosiddette passionali o sentimentali. Ci sono molte situazioni in cui la donna viene trattata come un oggetto, un mezzo a disposizione di chiunque, persino di altre donne. È un tema complesso, che richiede una riflessione profonda e azioni concrete” ha concluso Airoma