Manifestazione al teatro Carlo Gesualdo di Avellino per dire no alla violenza contro le donne. Iniziativa promossa dalla Prefettura, con Procura della Repubblica e Ufficio scolastico provinciale. Sul palco le testimonianze di investigatori e parenti di vittime di femminicidi e violenze, promosso allo scopo di trasmettere ai 1.400 studenti irpini presenti in platea un messaggio importante: esiste un solo tipo di amore, quello fondato sul rispetto della libertà e della dignità dell’altro e sulla parità.
Sul palco del teatro avellinese sono stati affrontati, tramite video, e testimonianze dirette, casi di violenza realmente accaduti. Toccante la testimonianza della sorella di Antonella Russo, giovane universitaria di Solofra, uccisa il 20 febbraio del 2007 con sei colpi di pistola dal compagno della madre, poi è stato ricordato il caso di Elisa Affinita, assassinata a Cervinara, e quello della ragazza segregata in casa dalla madre ad Aiello del Sabato. Infine, la vicenda drammatica ella donna presa a martellate in pieno centro ad Avellino, salvata dall’allenatore dell’Avellino Raffaele Biancolino, presente in platea.
“Ogni settimana disponiamo approssimativamente 12 misure di vigilanza. Questo significa -il Prefetto di Avellino Rossana Riflesso- che gestiamo centinaia e centinaia di casi di donne per le quali è necessaria una protezione attiva – ha spiegato il prefetto di Avellino – si tratta di donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, e quindi parliamo di situazioni già piuttosto gravi. Il numero è veramente impressionante. La gran parte del lavoro del comitato si concentra su questi temi. È terribile, è una vera piaga. Farò tutto ciò che è in mio potere per diffondere un messaggio di contrasto alla violenza”.
Nel corso degli anni, a livello normativo, sono stati compiuti progressi notevoli come l’introduzione del Codice Rosso e del 1522, il numero anti-violenza e stalking, ma non basta. “Alcuni miglioramenti ci sono stati, ma evidentemente non è ancora sufficiente. La norma, infatti, interviene quando il problema ha già assunto caratteristiche disastrose – ha affermato Riflesso – bisognerebbe lavorare molto sulla prevenzione. Tuttavia, credo che non si sappia ancora bene cosa sia davvero necessario fare, altrimenti lo avremmo già fatto. Io, però, sono certa che sia possibile trovare un approccio educativo, curativo e preventivo. Dobbiamo rafforzare il ruolo delle forze dell’ordine e delle istituzioni, che lavorano quotidianamente per tutelare le persone”.
“La violenza contro le donne è ormai un’emergenza sociale, non solo educativa. Per questo-ha dichiarato Fiorella Pagliuca, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Avellino. tutte le istituzioni sono qui presenti, come uno schieramento unito, per affiancare i nostri ragazzi in un percorso di crescita che deve includere sempre più un’educazione all’affettività, alle emozioni e alla capacità di autoregolare le proprie pulsioni emotive. La scuola deve farsi carico di questo compito, insieme a tutte le istituzioni”.
“È evidente che la famiglia non sempre riesce a svolgere questo ruolo. Il dramma spesso si consuma proprio fra le mura domestiche. Per questo la scuola deve essere sempre più attenta anche all’ascolto dei bisogni e delle fragilità interiori dei nostri ragazzi. Dobbiamo insegnare loro ad accettare anche il fallimento, a riconoscere e rispettare il no in una relazione amorosa.Troppo spesso, assistiamo a esercizi di potere da parte dell’uomo sulla donna, che portano a relazioni affettive tossiche e malate. È fondamentale educare i ragazzi a un rapporto migliore, civile e responsabile con la propria partner, e anche a diventare sentinelle attive rispetto a ciò che accade intorno a loro, magari persino all’interno delle loro famiglie: “Vogliamo suscitare nei ragazzi questa attenzione: dobbiamo alzare tutti il livello di allerta. Devono imparare a cogliere quei segnali, quei sintomi iniziali che possono indicare un comportamento distorto all’interno di una relazione affettiva, che invece dovrebbe essere sana ed equilibrata. infine un appello ai giovani. “Chiediamo ai ragazzi di non voltarsi dall’altra parte, di essere consapevoli e coraggiosi, di creare una rete di solidarietà con le proprie amiche, i propri compagni e le proprie partner. Dobbiamo essere tutti insieme a contrastare ogni forma di violenza e sopraffazione sulle donne”.
“Dobbiamo mantenere sempre alta la guardia rispetto a tutte le forme di violenza, in particolare contro la violenza sulle donne. Coinvolgere tanti ragazzi oggi è importantissimo, ma è altrettanto fondamentale lavorare costantemente su questo tema. La violenza di genere, in particolare contro le donne, è ormai una piaga sociale che speriamo di superare al più presto. Tuttavia, il dato di circa 100 vittime in un anno è oggettivamente drammatico: significa che c’è ancora moltissimo da fare. La scuola, in questo contesto, ha un ruolo cruciale” ha dichiarato Ettore Acerra, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania.“In Italia, i femminicidi continuano a rappresentare una tragedia quotidiana, ed è per questo che crediamo che la scuola debba e possa fare la sua parte. Bisogna parlarne con gli studenti e le famiglie perché la parola d’ordine deve essere alleanza educativa. Solo con una collaborazione tra scuola, famiglie e istituzioni è possibile migliorare una situazione che, purtroppo, resta ancora molto grave” ha concluso.