“Fino al 15 gennaio la situazione è cristallizzata”: così spiegano i responsabili di Asl e Inps a chi chiede come ottenere l’accertamento dei requisiti sanitari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile e disabilità.
E dopo il 15 gennaio cosa accadrà? Nessuno sa dirlo. C’è di fatto che tantissime persone, soprattutto anziane o con patologie gravi, resteranno in attesa di ricevere una risposta concreta (non si sa da chi) in merito agli accertamenti sanitari.
Finora i tempi di attesa tra presentazione della domanda e visita di accertamento, erano scesi a 60 giorni. Un record. Da quando si riprenderò l’attività, ovvero dopo il 15 gennaio, si passerà automaticamente a 75 giorni.
Ma si teme che, tornando all’antico, si arriverà di nuovo ad oltre un anno e mezzo di attesa. Il tempo giusto per aspettare che qualche aspirante invalido, nel frattempo, muoia e che lo Stato risparmi un pò di soldi.
Alla faccia della ottimizzazione: come sempre le cose che funzionano vanno distrutte.
Il 31 dicembre è scaduta la convenzione dell‘Inps con la Regione Campania in materia di accertamento e rivedibilità dei requisiti sanitari di invalidità. Non si poteva discuterne prima?
Si, perchè solo adesso, a “frittata fatta”, qualcuno si sta accorgendo che non è stata una buona idea. Perché a rimetterci saranno Inps, Regione, Asl e soprattutto i poveri cristi che aspetteranno la visita per l’invalidità, sperando di non morire.
Ma come nasce questo pastrocchio? In realtà il presidente dell’Inps, per ridure i costi, avrebbe chiesto alla Regione Campania un compenso di € 40,28 a visita per rinnovare la convenzione e continuare a svolgere gli accertamenti.
Qui non ci sono soldi, hanno risposto da Palazzo Santa Lucia: se volete, possiamo darvi risorse umane, in termini di personale medico e amministrativo.
No grazie, abbiamo medici e personale a sufficienza: sarebbe stata la risposta dell’Inps. Senza soldi, fatevi le visite di accertamento.
Ma è sfuttigo un particolare a chi ha parlato a nome dell’Ente previdenziale: i medici dell’Inps, che continueranno a fare parte delle commissioni, hanno l’onere di esprimere il parere definitivo su ogni pratica. Quindi continueranno a essere impegnati e percepire i 40,28 euro che l’Inps credeva di risparmiare.
Di contro, la Regione e le Asl dovranno farsi carico di € 40,28 per effettuare quanto aveva finora fatto e continuerà a fare l’Inps.
C’è una duplicazione di competenze e di costi! Alla faccia della ottimizzazione economica e dello snellimento burocratico.
Se in In Italia ci voglioni 21 autorizzazioni per aprire un negozio, perchè si voleva gestire una così ghiotta situazione con una sola figura?
Vista così, una cattiveria, perché si va ad aggravare la situazione economica già difficile della Sanità in Campania.
Fino al 15 gennaio, chi è in attesa di una visita, a chi dovrà rivolgersi? Perché la situazione è stata congelata dopo che la convenzione non è stata rinnovata? Forse perchè qualcuno s’è accorto che non è stata unabrillante idea? E perché si è aspettato gli ultimi giorni per discuterne, lasciando adesso tanta gente in attesa?
In base a un comunicato dell’Inps emesso negli ultimi giorni dell’anno, dal 2 gennaio le domande saranno gestite dagli uffici delle Asl. Che intanto deve riorganizzarsi, come ai vecchi tempi, quando si aspettavano pure due anni per una visita, pregando tutti i Santi per arrivarci – seppure in carrozzella – ma ancora vivi.
E le domande presentate in precedenza? Resteranno nel limbo? No, spiegano all’Inps: continueranno a essere totalmente gestite dall’Inps, che ne seguirà l’iter a partire dall’invito a visita. Vacci a capire…
Intanto tra due mesi si vota: una situazione come questa provoca ovviamente dubbi per i malpensanti. Mica perché aumenteranno i poteri discrezionali delle Asl? Ci sarà rischio di clientelismo? Macchè.
Qualcuno, però, potrebbe “venderla” a proprio piacimento, questa novità. E lucrarci politicamente, paventando una gestibilità più malleabile della situazione caotica.
Ecco, su questo punto i parlamentari irpini, sempre pronti a cavalcare ogni situazione, potrebbero farsi sentire ed esprimere un proprio parere. I vari Carlo Sibilia, Angelo D’Agostino, la D’Amelio, i Sindacati, quelli che ci inondano di mail anche se fanno uno starnuto, stavolta hanno materiale di prima mano su cui lavorare. O no?
Intanto quanti soffrono di gravi patologie, dovranno aspettare che qualcuno riesca a dipanare la matassa e mettere ordine in una situazione resa intricata da chi poco conosce l’iter burocratico ed ha avuto la brillante idea di modificare una delle poche cose che davvero funzionavano in materia di accertamenti sanitari.