Avellino, 2-2 a Catania: mezza scintilla e ribaltone rimandato

di Dino Manganiello

Il 2-2 al Massimino è il più classifico dei bicchieri che possono risultare mezzi pieni o mezzi vuoti, a seconda dall’angolazione dalla quale li si guarda. La voglia si è vista, la caparbietà di rimontare due volte il Catania, anche, così come la capacità di gestire palla e menare le danze per larghissimi tratti.

Era questa la scintilla auspicata da Piero Braglia?

Forse no, o almeno il secondo pareggio di fila, il settimo in campionato, non può essere ritenuto sufficiente, come sottolineato dai commenti post gara dei tifosi e dai cori dei 70 eroi presenti nel settore ospiti del vecchio Cibali. Continuano infatti a latitare le palle-gol soprattutto in proporzione al volume di gioco espresso, continuano a risultare sotto standard alcuni elementi top della scorsa stagione e, in aggiunta, mettiamoci che continua anche lo stillicidio degli infortuni.

A fine gara, un Braglia sereno ma non certo raggiante, dà appuntamento al derby di domenica al Partenio-Lombardi con la Paganese. Da lì deve partire la remuntada a colpi di vittorie oppure tornerà di nuovo, giocoforza d’attualità il ribaltone tecnico con l’allenatore e il Ds nel mirino.

Intanto si torna a casa dalle falde dell’Etna con un punto dopo 20 anni di ko consecutivi, 8 di fila, per la cronaca. Il tutto grazie alle reti di Plescia e Silvestri, in chiusura dei due tempi, a riacciuffare un Catania andato avanti una prima volta all’8 con Moro e poi al 57′ con Clayton.

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