di Dino Manganiello
Bello il vernissage del nuovo campo sportivo di Mercogliano. Intrigante la pianificazione della ‘fase-due’, presentata nel pomeriggio in pompa magna ai piedi del Partenio (presenti Cosimo Sibilia, l’assessore del comune capoluogo di provincia Geppino Giacobbe, l’architetto Genovese, il presidente della Consulta sport e spettacoli Bruno Iovino, nonché l’amministrazione locale praticamente al gran completo con in testa il sindaco D’Alessio – nella foto insieme al patron biancoverde Angelo Antonio D’Agostino-): in cantiere due tribune con copertura in legno (una da 800 posti ed un’altra da 70), 300 posti auto, illuminazione da impianto pro, sabbiatura speciale per rendere ottimale il terreno di gioco in erba naturale.
Nel frattempo, gli spogliatoi sono ampi, nuovi di pacco ed estremamente funzionali. Logico l’orgoglio espresso nel corso della cerimonia dai convenuti e parte in causa. Ma incrociando questa bella kermesse con le cose dell’Avellino Calcio, bisogna frenare e aspettare. Tanto per cominciare perché solo tra un paio di settimane si sistemerà il manto erboso; in secondo luogo perché solo il primo luglio il cantiere verrà separato dalla zona fruibile dell’impianto. Ma soprattutto perché l’accordo definitivo per far disputare a Mercogliano il ritiro pre-campionato dei Lupi non è ancora ufficiale causa placet del nuovo tecnico. Che ancora non c’è. Semplicemente perché del nuovo tecnico non c’è ancora traccia.
A tal proposito, in serata il patron biancoverde ha raggiunto il quartier generale di Montefalcione dove si è trattenuto per un’oretta, senza però incontrare nessuno de visu. Possibile che grazie alla tecnologia siano proseguiti i contatti, in questo caso a distanza, le verifiche e i confronti. Sul tavolo i primi passi verso la prossima stagione, sullo sfondo le smentite in merito alle voci circolate in ambienti locali circa un disimpegno della famiglia D’Agostino con interesse di una cordata bergamasca a rilevare il club biancoverde.