“Grazie a voi tutti. Grazie per tutto quello che mi avete mostrato in questi mesi. Non nascondo che mi sono vergognato quando i miei figli mi hanno visto piangere”.
Inizia così la lettera di addio di Ezio Capuano alla piazza avellinese, che fa seguito all’esonero incassato ieri sera, al termine della riunione con il presidente D’Agostino.
“Purtroppo i sentimenti non si trattengono, sono un misto di delusione e di soddisfazione. La delusione per quello che ho fatto per questa maglia, i sacrifici, ma sopratutto il rispetto che le ho fatto portare su tutti i campi”, prosegue il messaggio di Capuano, visibilmente colpito dalla brusca interruzione del contratto rinnovato lo scorso febbraio.
“Tutti i miei sacrifici oggi però hanno avuto un senso. Oggi ho stravinto il mio campionato sono arrivato odiato e vado via amato“, ha ricordato l’allenatore, mal sopportato per quell’esultanza esagerata di 13 anni fa, quando dopo un Juve Stabia-Avellino a porte chiuse, festeggiò la vittoria dei gialloblù saltando sul tettuccio di un’automobile fuori dallo stadio. I tifosi biancoverdi lo videro come un affronto, lavato via con i risultati ottenuti con l’Avellino 13 stagioni dopo.
“Dopo 20 anni coronavo un sogno, quello di allenare l’Avellino. Io orgoglioso di esserlo stato, fiero di non essermi mai piegato, illimitatamente dignitoso di avervi fatto rispettare. Vi amo, forza lupi”, ha concluso Capuano, confermando il suo affetto per il popolo e la squadra irpina.