Gianandrea De Cesare adesso vuole fare di testa propria.
Il patron vuole evitare di dare ascolto a chi lo ha aiutato finora a sbagliare e allora è pronto a cedere la società di calcio a una delle due cordate di imprenditori interessate all’acquisizione dell’Avellino Calcio.
Secondo indiscrezioni, prorpio venerdì pomeriggio, mentre il presidente Claudio Mauriello martellava la stampa con frasi sconclusionate (“Non vi rispondo, mica siete la Procura della Repubblica, voi”, ha incalzato i giornalisti), maledicendo pure il Ferragosto per la chiusura degli uffici preposti a rilasciare la fideiussione, ebbene in quelle ore il patron era impegnato in cose più serie.
Doppia trattativa: i nomi?
De Cesare è rimasto a colloquio con un gruppo di imprenditori campani (sarebbero quattro con un direttore sportivo al loro fianco), mentre manteneva calda la trattativa, telefonicamente e a mezzo messaggi, con alcuni personaggi del nord-est, anch’essi interessati a rilevare la società di calcio.
Si sono subito diffuse voci sui nomi, indiscrezioni di ogni genere, con valutazioni e giudizi affidati ai soliti “webeti” pronti a fare l’esame del capello al potenziali nuovi acquirenti e a volere esprimere pareri che, per il patron della Sidigas, valgono meno di zero.
Piuttosto, quei webeti che si ostinano a volere giudicare potenziali acquirenti, a fare loro la prova del DNA, senza neanche conoscerli, bene farebbero a continuare l’attività di semplici spettatori.
Insomma come fanno allo stadio, pagando e stando zitti. esprimendo ogni giudizio solo per quanto riesce a fare l’Avellino – inteso come squadra – astenendosi da qualsiasi parere su questioni societarie.
Due milione di euro
Questa è la cifra per chiudere la trattativa. C’è un motivo ben preciso: rispetto a tale somma, nessun ostacolo potrebbe esserci da parte del giudice fallimentare che, altrimenti, sarebbe intenzionato a chiedere una perizia tecnica per stabilire l’effettivo valore dell’Avellino calcio.
De Cesare sa bene che vale molto meno quella società che il patron della Sidigas ha ottenuto praticamente gratis ma non può cederla gratuitamente, per i motivi indicati.
Il pagamento di due milioni di euro potrebbe ricevere il placet dai commissari giudiziali. Ora si dovrà lavorare coi potenziali acquirenti per chiudere il contratto con quella cifra ufficiale. Si tratta di cavilli di carattere finanziario che poco devono interessare la tifoseria, ora in attesa del passaggio di consegna della società, per dare una svolta in positivo all’Avellino.
La svolta societaria potrebbe arrivare, ma non è attesa a stretto giro di posta.
Una vittoria per il morale
Un lampo nel buio. La vittoria dell’Avellino sul campo della Vibonese ha restituito un sorriso, dopo due settimane turbolente, coincise con la scoppola presa dal Catania e con un mercato bloccato (alle 22 di questa sera si chiude…) a causa di una fideiussione aggiuntiva che tarda a essere rilasciata e, quindi, presentata presso gli uffici della Lega Pro a Firenze.
Quattro calciatori aspettano di essere tesserati: il difensore Illanes Minucci prelevato in prestito dalla Fiorentina, i centrocampisti De Marco (svincolato dalla Casertana) e Karic, preso a titolo temporaneo dal Genoa e il giovane trequartista Stojkovic, classe 2002, cresciuto nelle scuole calcio di Torino e Juventus, con un trascorso nelle giovanili del Chelsea. I quattro contratti (potrebbero diventare cinque con l’ingaggio dell’attaccante francese Charpentier proveniente dal campionato lettone) sono stati già depositati in Lega, ma senza la nuova fideiussione l’Avellino non potrà schierarli.
Polizza da sottoscrivere
Anzi, corre il rischio di rimediare un’ammenda e di perdere parte dei punti conquistati ieri a Vibo Valentia. In termini di regolamento, infatti, se la società irpina non dovesse procedere con la sottoscrizione della nuova polizza entro il 6 settembre, i contratti dei quattro tesserati verrebbero sciolti e l’Avellino rimedierebbe pure l’onta di una penalizzazione in classifica di uno o due punti, oltre che una multa che peserebbe come un macigno sulle esangui casse societarie.
Per arginare lo scoglio ed evitare smacco, sanzione e penalizzazione, la società potrebbe chiedere ai calciatori sotto contratto di ritoccare verso il basso il proprio compenso: un’ipotesi alquanto remota, considerato che molti di loro hanno sottoscritto un accordo al minimo salariale appena un mese fa.
Stipendi da tagliare
Anche il direttore sportivo Di Somma potrebbe venire incontro alla sua società, riducendosi lo stipendio in modo tale da rientrare nel budget di 800 mila euro sforato dalla sua campagna acquisti.
In realtà il contratto per il direttore sportivo poteva non essere presentato in Lega, non era obbligatorio farlo. Il termine di presentazione – per tale figura professionale – scade il 30 settembre.
Di Somma ovviamente s’è voluto cautelare, rispetto al lavoro svolto e da svolgere, in modo da garantirsi la prosecuzione del rapporto in vista dell’imminente cambio di società, attraverso il contratto depositato. Se dovesse essere esonerato dall’incarico, l’ingaggio è garantito dalla Lega.
Con la cifra non utilizzata per il contratto invece presentato dal direttore sportivo, sarebbe stato possibile stilare almeno due contratti, al minimo federale, per figure professionali necessarie sul campo: due calciatori da utilizzare nella squadra rabberciata di Ignoffo.