AVELLINO CALCIO – È forse il momento più difficile per l’Avellino. Con ogni probabilità è il momento peggiore dell’era Angelo Antonio D’Agostino. In tre anni e spiccioli di gestione dell’imprenditore di Montefalcione mai così in basso. Mai così male dalla risalita dalla Serie D.
Ciò che sta succedendo in casa biancoverde ha dell’impensabile. Una stagione, come più volte ripetuto, nata storta, il cui epilogo potrebbe riservare amare sorprese. Risuonano, a mente fredda, le parole, quasi di rassegnazione di Massimo Rastelli nel dopo Avellino-Turris. «Non siamo ancora salvi, dobbiamo fare un punto». Quel tono scherzoso, quasi di rassegnazione, a voler scaricare le colpe di questo misfatto interamente alla squadra. A suo dire incapace di affrontare le avversità delle partite.
Parole, quelle di mister Rastelli, che trovano ulteriore conferma nelle dichiarazioni di Sonny D’Angelo che, nel dopo Avellino-Turris, ha parlato a nome della squadra. Il centrocampista palermitano si è limitato a chiudere scusa, con gli occhi rigonfi di lacrime, ma spiegazioni del perché questa squadra sia così limitata, nemmeno l’ombra.
E allora, la realtà dei fatti è che l’Avellino è una squadra rassegnata. Che ha smesso di crederci e che ha smesso di lottare. Ma non dalla sfida contro la Turris. Il primo tempo contro i corallini ne è solo la conferma. Chiara la volontà della compagine di Rastelli di giocare per il pari. Poi, il solito gol, a pochi minuti dalla fine, a condannare all’ennesima sconfitta. La 15esima di questa stagione. In definitiva, i risultati e la classifica dicono che l’Avellino è salvo con un pareggio. Due vittorie potrebbero assicurare i play-off. Un traguardo, come più volte ripetuto, che la squadra, Rastelli e la dirigenza non meritano. Un punto, dunque, in due partite ma la realtà dei fatti è che l’Avellino, ormai, si è rassegnato al proprio destino.
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