AVELLINO- “Un abbonato ha sempre un posto in prima fila”. Recita così un vecchio slogan, tanto caro alla Rai ma che, forse, ha cozzato con gli interessi della Lega Pro e del Presidente Francesco Ghirelli. La realtà dei fatti è che la Serie C è un campionato senza appeal, dove a regnare sovrano è solo il caos e il degrado.
La decisione del Giudice Sportivo in merito agli scontri avvenuti lo scorso 7 novembre tra avellinesi e foggiani ne è un chiaro segnale. Sono dovute trascorrere addirittura tre settimane per fare in modo che la giustizia sportiva facesse il proprio corso e portasse ad una decisione pressoché scontata. Se è vero che le immagini viste allo Stadio “Pino Zaccheria” hanno poco a che fare con la bellezza del calcio, è pur sempre vero che, ancora una volta, a pagare saranno i tifosi. Anzi, a pagare saranno ancora una volta gli abbonati.
Quella contro la Fidelis Andria, gara in programma il prossimo 11 dicembre, sarà infatti la seconda gara nel giro di un mese a cui i tifosi che hanno sottoscritto la tessera in estate dovranno rinunciare. Già lo scorso 13 novembre, in occasione di Avellino-Giugliano il Prefetto di Avellino, Paola Spena, optò, in attesa della decisione della Giustizia sportiva di chiudere l’impianto di Via Zoccolari. Una scelta, questa, forse troppo avventata ma giustificata dal fatto che la partita in questione fosse “un derby ad alto rischio”.
Decisione, questa, che cozza ancora una volta con la realtà dei fatti. Tre giorni dopo dalla sfida contro il Giugliano, infatti, i tifosi dell’Avellino hanno avuto il via libera per la trasferta di Catanzaro. Stesso dicasi per la trasferta di Picerno e per le gare interne contro Taranto e Juve Stabia. Il dubbio è quindi lecito. A che gioco sta giocando la Lega Pro? Quali sono i veri interessi del Presidente Francesco Ghirelli e soprattuto per quale motivo la decisione della Giustizia Sportiva è arrivata così in ritardo?
Domande, queste, a cui solo i diretti interessati potranno dare risposta. Mentre il Presidente della Lega continua a sbandierare una riforma del campionato alquanto discutibile, la realtà dei fatti è però un’altra. A pagare saranno ancora una volta gli abbonati.