di Dino Manganiello
Chi si ferma è perduto. E con un Bari che ha 7 punti di vantaggio e che prima dello scontro diretto non ha impegni contro le big del girone (fermo restando che il trappolone è sempre lì, celato nell’ombra…), l’Avellino non può fare a meno di puntare sempre al massimo, tenendo il piede a tavoletta senza possibilità di gestione: tutto d’un fiato fino al 22 dicembre.
Tutto d’un fiato sì, ma a ben guardare con degli step precisi. Quattro, per la precisione. Concatenati. L’uno che si incastra a quello successivo producendo effetti motivazionali. Primo step: non fallire l’impegno ‘facile’ di sabato (fischio d’inizio alle 17.30) al Partenio-Lombardi contro il Picerno. Secondo step: affrontare con la consapevolezza maturata nell’ultimo mese e mezzo le sfide contro la squadra che gioca meglio (la Turris, da affrontare in trasferta) e la capolista del raggruppamento (il Bari, in casa). Terzo step: fortificati, niente scherzi in trasferta con le abbordabilissime Vibonese e Campobasso e, in mezzo, qui da noi contro le truppe del boemo (il Foggia di Zeman). Quarto step: classifica alla mano, si dia fuoco alle polveri del mercato.
Insomma, il piano è questo. Ogni passaggio superato bene rappresenterebbe combustibile per affrontare il passo successivo al meglio. Ed allora, sotto con il primo, di passo, contro un Picerno che farà registrare l’esordio del tecnico Leonardo Colucci e che vanta due vittorie su due in questo campionato in Campania: 1-0 a Torre del Greco, 3-2 a Castellammare. Autorizzato ogni tipo di scongiuro. Di fronte inoltre, dovremmo avere un avversario che proporrà uno sbarazzino 4-3-3 nonostante le assenze di Albertazzi e Vivacqua, squalificati.
In casa biancoverde invece Ciancio dovrebbe essere out e Scognamiglio non è certo al massimo della condizione. Un paio i dubbi in merito alla formazione: il rientrante Carriero o il deludente Micovschi sulla corsia destra; Aloi o Matera in mediana; Per il resto, Dossena in chiaro vantaggio su Sbraga, idem Maniero là davanti su Plescia. Il modulo? Ovviamente 4-2-3-1, ma occhio alle scelte degli uomini ed ai sofisticati meccanismi tattici.