di Dino Manganiello
La seconda giornata di gogna è andata in scena in casa Avellino, la procura sta per aprire un fascicolo su fatti incresciosi che hanno visto coinvolti come vittime quattro giocatori biancoverdi dopo la gara con il Foggia e la piazza continua ad essere divisa tra chi ha una voglia matta di girare pagina e guardare al futuro e chi invece è ben lungi dallo smaltire i veleni accumulati dopo la deludente stagione appena conclusa e la precoce e cocente eliminazione dai playoff (dai quali è stato fatto fuori anche il Foggia, per mano dell’Entella, a margine…).
La considerazione è che l’andazzo è comunque tossico, divisivo. E che quindi arrivare al momento di mettere un punto non sarebbe una cattiva idea. Anche perché le maniche ce le si è già rabbocate, ed allora sotto con il lavoro titanico che spetta a Ds e società. In modo da diluire le tossine grazie alla verifica dei primi passi verso quello che verrà.
Da quanto si percepisce, un po’ di tesserati saranno proposti in prestito (Micovschi, Sbraga, il rientrante Bernardotto, Plescia, e Rizzo), per altri si cercherà di arrivare ad un accordo per buonuscita e risoluzione (Forte, Aloi, Mastalli, Mignanelli, Ciancio e Tito), mentre su alcuni si deve ancora ragionare (Silvestri, Scognamiglio, Bove, Carriero e Di Gaudio) qualcuno sembra vicino alla conferma (Pane, Maniero – nella foto –, Kanoute e Murano) e Dossena potrebbe essere ceduto per far cassa.
Queste linee guida però, devono essere avallate dal nuovo tecnico, com’è giusto che sia, ed anche per evitare con il piede sbagliato, come in occasione del prnti-via della scorsa stagione. Massimo Rastelli a tal proposito resta in pole, ma occhio alle sorprese. Comunque sia, tutto sarà più chiaro dopo il summit societario in programma entro il fine settimana. Sarà la giornata-cardine che segnerà il passaggio dalla linea dura alla linea del fare.