PAZIENZA DOPO AVELLINO-SORRENTO – Continua il periodo no al Partenio per l’Avellino di Michele Pazienza che perde anche contro il Sorrento. Queste le parole del tecnico nel post-gara.
Avellino-Sorrento, le parole di Michele Pazienza
LA PARTITA – «La mia squadra ha iniziato molto bene, con il piglio giusto, creando delle situazioni di difficoltà agli avversari. Anche prima dell’espulsione la squadra si era ben comportata. Paradossalmente dopo l’espulsione abbiamo abbassato la guardia. Ci ha fatto pensare che potessimo correre di meno. Dovevamo capire che bisognava correre di più. Nel secondo tempo, nella circostanza del gol potevamo fare molto meglio. Abbiamo lavorato malissimo e subito il gol che non ci ha permesso di lottare fino alla fine per portare a casa i tre punti. Il gol preso è la cosa che mi ha fatto arrabbiare di più».
I CAMBI – «Abbiamo cercato di riempire l’area con un altro attaccante. Ho optato per mettere calciatori sugli esterni capaci nel mettere palloni in mezzo. Con Liotti e Sgarbi pensavamo di impensierire la difesa avversaria. Abbiamo creato poco rispetto a quanto pensassi».
LA RABBIA PER LA SCONFITTA – «C’è rabbia e rammarico. L’abbiamo vissuto con i nostri tifosi. Capisco il momento di rabbia ma è una partita che va accantonata. C’è da alzare l’attenzione perché in casa stiamo facendo fatica. Dobbiamo lavorare per migliorare, con una mentalità che trasmetta serenità. Proveremo a lavorare dal punto di vista mentale che tecnico-tattico».
LA MINI RIVOLUZIONE DI GENNAIO – «In campo c’era un solo giocatore arrivato dal mercato di gennaio. I calciatori che sono arrivati devono darci la possibilità di alzare la qualità e la concentrazione. L’obiettivo del mercato di gennaio è aumentare la competizione tra le coppie e questo fa sì che tutti devono spingere al massimo».
GLI ERRORI – «Si può fare sempre meglio. Quando i cambi non producono l’effetto sbagliato vuol dire che l’allenatore ha sbagliato».
L’ASSENZA DI PALMIERO – «Ha bisogno di rifiatare così come ne avrebbe bisogno qualcun’altro. Ho ritenuto avere più freschezza lì in mezzo e fisicità con Armellino. Varela si è comportato molto bene fino alla sostituzione».
IL CAMBIO MODULO – «Quando ci troviamo a lavorare con una squadra con il baricentro basso un calciatore con Sgarbi fa fatica ad esprimersi al meglio. Volevamo creare superiorità sugli esterni, riempiendo l’area con due attaccanti. Ci siamo messi anche con il 4-2-4 ma ci siamo schiacciati troppo».
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