Avellino, tutto in otto giorni: rilancio o ribaltone

di Dino Manganiello

Una settimana, quella trascorsa, per meditare su quanto successo. Una settimana, la prossima, per delineare i contorni di quello che sarà. E’ il succo del momento in casa Avellino dove regna una calma mai come stavolta solo apparente. In realtà è tutto in divenire, è tutto un gioco di incastri ed equilibri. Potrebbero non bastare le parole del patron (“…il progetto non è naufragato, quindi si va avanti con gli interpreti di prima…”); potrebbero non bastare gli attestati di stima dei calciatori nei confronti di Piero Braglia; potrebbe finire alla gogna anche il Ds Salvatore Di Somma, a proposito del quale voci di corridoio riferiscono di una certa insofferenza da parte della proprietà.

“E’ una partita importantissima, la prossima, non possiamo sbagliarla”, ha non a caso dichiarato il tecnico biancoverde a due giorni dalla trasferta di Andria. E lo saranno, importantissime, anche le due gare successive. Tre impegni in otto giorni. Tutto in otto giorni. Per spiccare il volo e creare le premesse (solo le premesse…) per la pacificazione biancoverde. O per innescare inevitabili ribaltoni. L’Andria ha cambiato allenatore ma è squadra di terza fascia; il Catania è sull’orlo del baratro societario e lamenta infortuni eccellenti; la Paganese dei grandi ex ha perso 4 volte su 5 e in Irpinia, dove non ha mai vinto.

Insomma, si può fare, anzi: si deve fare. Anche per non perdere il passo delle big. Anche. Perché, soprattutto l’obiettivo è ritrovare quel briciolo di vera serenità grazie alla quale affrontare le criticità che restano e sono pesanti. Parecchio. E’ necessario ricordarlo. E ricordare che non sarebbe sufficiente un filotto-toccasana per risolvere tutto. Ma ricominciare da lì non sarebbe affatto male.

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