Superficialità, scarsa concentrazione, qualità tecniche effettivamente inferiori agli avversari?
Cosa è successo in Bari-Avellino?
Chi ha sbagliato, di chi è la colpa di questa umiliante sconfitta?
L’allenatore dell’Avellino ha evitato di assumersi responsabilità dirette. Eppure è lui che ha costruito questa squadra, che l’ha modellata e messa in campo scegliendo chi fare giocare.
Ha inserito Maniero nella ripresa, eppure alla vigilia aveva annunciato che l’attaccante era infortunato e non avrebbe giocato. Se stava bene, meglio metterlo in campo dall’inizio, no?
Il tecnico ha schierato Forte tra i pali, forse per accontentare chi aveva pronosticato un recupero di 35 giorni dall’infortunio? Fa niente che siano stati 50 giorni ma il portiere non è apparso pienamente in forma – ancora condizionato dal lungo inofrtinio – e i 4 gol incassati lo dimostrano.
L’allenatore dell’Avellino ha detto che “sono emerse tutte le nostre lacune” ma questo non era successo pure a Francavilla Fontana?
E cosa è stato fatto per porne rimedio, fin da quella figuraccia sul campo della Virtus?
Pure questa sconfitta è figlia della sua squadra, dei giocatori, Braglia non ha fatto il “mea culpa”.
Si è limitato a dire che “bisogna sapere chiere scusa, rispetto a prestazioni del genere“. Ma non lo ha fatto lui, direttamente, delegando i suoi giocatori.
Ai quali però ha fatto i complimenti: “Dopo i quattro gol dei primo tempo, siamo stati bravi a non prenderne altri”.
Ma veramente crede in ciò che ha detto? Bravi chi?
Quelli del Bari, sicuramente, che hanno evitato di infierire sull’Avellino nella ripresa, incassando pure un gol a tempo scaduto.
Poi un’altra perla dell’allenatore che si è così espresso sul conto dei suoi giocatori, scaricando le colpe su qualcuno: “Non ho mai visto sbagliare sul primo gol come ha fatto il nostro giocatore, senza fare nomi… “
Senza fa nomi?, dice.
Perchè essere omertoso e pusillanime? Per il timore che poi il capitano Miceli, magari, gli chieda spiegazioni come in occasione della polemica della scorsa settimana con la stampa?
Allora è un’abitudine.
Pure l’altro giorno Braglia aveva preso di mira un giornalista, senza farne il nome, in una conferenza stampa senza interlocutori e quindi senza contraddittorio.
“Che facessero i bravi, è l’ora di farla finita” disse a muso duro, infarcendo il suo sfogo con qualche francesismo.
Ebbro (di gioia) dopo il facile successo sul Monopoli, non s’era accorto che parlava a una telecamera, non a “quel giornalista”.
La persona leale parla in faccia. Altrimenti è talmente falso che metterebbe in difficoltà pure i cinesi.
Nel dopopartita di Bari, dunque, anzichè affermare “ha sbagliato un nostro giocatore, senza fare nomi… “, poteva dire quanto hanno visto tutti in diretta Rai: è stato il grande Dossena a fare l’erroraccio sul primo gol. E poi Luigi Silvestri sul secondo gol, il capitano Miceli per la terza realizzazione, nuovamente Dossena sul quarto gol.
Vogliamo parlarne?
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Le poche frasi veritieri e reali, ascoltate dalla bocca di Braglia dopo il 4-1 finale, sono state queste: “Mezz’ora di calcio vero e poi tanta indecenza” e poi “Non si può sbagliare in questa maniera“.
Chieda ai suoi giocatori cosa scriveranno adesso sui social e soprattutto, cosa leggeranno.