Moreno Longo abbozza un sorriso per stemperare la tensione. Che non è solo quella di 97’ ma di quasi venti giorni. Abbozza un sorriso ma sa benissimo che c’è ancora un domani da definire. E quel domani ‘cade’ domenica sera, in casa. Con un avversario tosto e duro a lasciare la posta in palio.
Il tecnico giallazzurro prima ai microfoni di Sky. Dove c’è la stessa Vanessa Leonardi che era quella sera maledetta contro il Foggia.
Mister, visto l’andamento della gara probabilmente qualcosa in più si poteva fare?
«E’ normale che dopo i 90’ si può fare un’analisi più ampia. Una volta andati in vantaggio, con due palle per passare sul 2-0, è stato un peccato aver preso il gol in quella maniera. Perché avevamo studiato a video le loro caratteristiche. In definitiva, tolta una conclusione e un paio di palle inattive del Cittadella, secondo me si poteva portare via una vittoria. Comunque torniamo con un pari che nell’ottica dei 180’ è un buon risultato».
Al di là degli episodi, la partita è andata secondo quanto aveva studiato in questi giorni. Tutto questo le dà soddisfazione sotto il profilo tattico o il rammarico è maggiore per la vittoria sfiorata?
«Sono contento perché la squadra ha dimostrato di essere viva, ha fatto una partita importante sotto l’aspetto tattico al cospetto di un Cittadella che per il modo di giocare che ha, in genere crea molto di più. Noi non potevamo rischiare di giocare due contro due contro i loro attaccanti perché sono molto veloci, per cui abbiamo optato per la difesa a tre, togliendo quindi la profondità alla loro azione. I ragazzi hanno lavorato bene per tutta la partita. C’è da fare loro i complimenti ma ora ci sono altri 90’ nei quali si riazzererà di nuovo tutto e ci sarà bisogno di fare ancora una partita con la stessa intensità di questa sera».
L’episodio dello scorso anno e quello di questa stagione secondo lei sono alle spalle dopo la prestazione di stasera?
«Queste sono situazioni che uno non cancella mai. Quando sfiori un risultato di quelle dimensioni te le porti per sempre dentro. Devi far tesoro e trasformare tutto in energia positiva per eliminare quel finale diabolico. Perché al di là di tutte le chiacchiere che ho sentito, c’è stato qualcosa di atipico. Ma bisogna pensare positivo e andare avanti con coraggio. E se tutti insieme mettiamo dentro uno spirito di positività non è detto che non possiamo ritagliarci uno spazio importante in questi playoff».
La partita l’hai letta bene. Hai creato quella densità che ha impedito le giocate di qualità.
«Loro sono molto abili nella costruzione del rombo che portano a spasso per il campo. Sapevamo che dovevamo togliere il gioco tra le linee e la profondità. Ma adesso senza una grande partita al ritorno non possiamo pensare di passare il turno».
Ci racconta cosa ha detto tra un tempo e l’altro?
«L’intervallo è stato un po’ acceso. Ma non per il gol subìto. Un errore ci può stare. Ma non mi è piaciuto l’atteggiamento dei 4’-5’ dopo il loro gol. Ho chiesto di continuare come prima perché stavamo facendo una buona gara. Ed è normale che ogni tanto i toni si alzino».
Perché parla di qualcosa di atipico, di diabolico e delle chiacchiere post Foggia?
«Quando il destino a volte si accanisce, semplice. Sento parlare di ingenuità, di contropiede e tante cose ancora. Secondo l’immaginario i ragazzi volevano e potevano davvero fare un errore del genere? O magari dalla panchina qualcuno ha detto loro di attaccare con 10 uomini? Sono quelle cose succedono. Io da allenatore, se potessi, introdurrei il time-out. Due chiamate per partita. Ci sono momenti in cui non riesci a cambiare la partita dalla panchina perché ci sono delle situazioni in cui la squadra si infila in tranche agonistica. L’unico rammarico è quello. Ripeto: il diabolico è stato che non meritavamo una rete del genere per la partita giocata e per il campionato che avevamo fatto quest’anno. Ed anche il precedente. Poi sento parlare di grande campionato per una squadra arrivata al sesto posto ma poi se andiamo a leggere certi organici…. Tutto avremmo voluto meno che disputare questi playoff. E’ stato und estino avverso e contro il destino bisogna solo continuare a lavorare».