Due milioni di euro, prendere o lasciare.
Neanche un centesimo in meno per cedere l’Avellino Calcio.
Sul prezzo richiesto, il patr0n De Cesare e il presidente Mauriello sono irremovibili.
Il potenziale acquirente, l’imprenditore sannita Luigi Izzo, nel corso della trattativa è arrivato ad offrire fino a un milione e mezzo di euro per l’Avellino Calcio.
Una offerta interessante considerando che, da due mesi, il sodalizio calcistico sta vivendo una situazione giudiziaria pesante e che dallo scorso dicembre ha il pacchetto azionario congelato, in seguito al sequestro delle quote operate da creditori. Senza trascurare le cartelle esattoriali notificate dall’Agenzia delle Entrate.
La trattativa si è bloccata, rischia di naufragare.
Così come altre che erano in fase embrionale, con potenziali acquirenti scappati via rispetto a una richiesta del genere.
I tifosi appaiono preoccupati per il futuro di una società che vive momenti di grande difficoltà a livello giudiziario e finanziario, con una fideiusione – ad esempio che nessuno aveva voluto accordare e ottenuta all’ultimo momento.
La fretta del sindaco
Due milioni di euro per una società che il patron Gianandrea De Cesare ha ottenuto praticamente gratis da Vincenzo Ciampi, (CLICCA QUI) il sindaco del copia&incolla
Nell’estate del 2018, il neo eletto primo cittadino nonchè tifoso dell’Avellino, in fretta e furia decise che la migliore cordata per fare risorgere il calcio ad Avellino era quella capeggiata dall’uomo Sidigas.
Cestinate senza pietà le offerte di Preziosi del Genoa (si, la società che ora ha dato ora in prestito i giovani goleador Micovschi e Karic), degli imprenditori irpini Marinelli e Angelo D’Agostino: quest’ultimo era stato battuto alle elezioni politiche dai Cinquestelle, figurarsi se poteva avere speranze attraverso il Sindaco pentastellato Ciampi.
Gli imprenditori irpini accettarono sportivamente l’esclusione ma al Sindaco fecero notare che la scelta era sbagliata: fa un certo effetto rileggere, oggi, quelle dichiarazioni (LEGGI QUI)
Le garanzie di De Cesare
Il manager della Sidigas aveva presentato assegni circolare, per complessivi 3,6 milioni di euro intestati alle società che li avevano emessi, mica al Comune di Avellino.
Il sindaco, come l’uomo Del Monte, disse si.
Ed applaudì se stesso per la brillante scelta.
De Cesare garantiva esperienza nel mondo dello sport, era il patron della Scandone Basket.
La gloriosa società di basket è stata ora trascinata nel baratro attraverso la Sidigas. E’ praticamente scomparsa, autoretrocessa dalla serie A1 per accomodarsi in serie B, se tutto va bene.
Quanto valeva la Scandone, a livello di passione e passato sportivo? Quale risarcimento dovrebbero chiedere ai tifosi a De Cesare e Mauriello che invece vogliono soldi, tanti soldi, per l’Avellino Calcio?
Investimento zero
L’investimento iniziale è stato praticamente zero.
La gestione di un’annata calcistica di serie D, con ingaggi contenuti e incassi notevoli, hanno praticamente consentito di ottenere un bilancio in pari.
Peraltro la società di calcio non ha elementi di proprietà in organico, ovvero un capitale giocatori. Giusto?
Però l’Avellino vale tantissimo, come piazza calcistica. Assai meno come entità societaria, chcchè ne pensino i soliti bravi frequentatori dei social, spesso faziosi o superficiali nella lettura.
Nella valutazione i potenziali acquirenti tengono in conto varie situazioni, dal sequestro delle azioni alle cartelle esattoriali sfornate come sfogliatelle dall’Agenzia delle Entrate , agli accertamenti finanziari e giudiziari tuttora in corso.
Quanto è costato l’Avellino Calcio a De Cesare e Mauriello?
Praticamente zero, ricordando ancora la scelta del Sindaco di Avellino.
Su quella decisione, operata dal sindaco del Movimento 5 Stelle, molto c’è da dire e da scrivere.
Prima di noi (rinviamo il discorso, per adesso) potrebbe essere qualche giudice a chiedere spiegazioni.
Come mai, ad esempio, fu preferita l’offerta di De Cesare rispetto alle altre?
Ciampi, spieghi pure
Vincenzo Ciampi operò la scelta in fretta, sollecitato da esperti di calcio del suo stesso movimento o comunque vicini ai pentastellati, opinionisti e frequentatori dei social, dirigenti ex ex dirigenti calcistici. Vero o no?
E ancora: possibile che Ciampi, funzionario dell’Agenzia delle Entrate, non ebbe l’intuito di compiere qualche verifica sul conto della Sidigas prima di prendere quella decisione?
Magari chiedere a qualche collega di scrivania notizie su accertamenti, cartelle esattoriali, bilanci presentati o meno.
Perchè tanta fretta?
Ciampi, lo spieghi per favore, soprattutto ai tifosi, a se stesso (dice di essere un grande tifoso dell’Avellino) per chiarire zone d’ombra che ora si stagliano sul presente e il futuro della società di calcio, unico sport di un certo livello rimasto in terra irpina dopo la scomparsa della Scandone.
Il ruolo del nuovo Sindaco
Rispetto all’azione di Ciampi, si attende ora quella del suo successore Gianluca Festa.
L’aria è cambiata, i pentastellati contano quanto il due di bastoni nel gioco della briscola al Comune di Avellino che nell’estate 2018 tracciò le linee guida del calcio.
Festa è appassionato uomo di sport, non solo come tifoso ma con un alto grado di competenza. Sa come funzionano le società sportive, sa pure quanto valeva la Scandone e qual è il vero valore dell’Avellino Calcio.
Interpretando il pensiero di Festa, non offerto in modo ufficiale per ovvi motivi, De Cesare e Mauriello dovrebbero cedere a zero euro l’Avellino e togliersi dalla luce dei riflettori.
Sarebbe un bene per i diretti interessati e pure per la tifoseria che in questo momento è l’unico vero finanziatore dell’Avellino calcio, coi 400mila euro fatti affluire in un solo mese nelle asfittiche casse societarie. Ai tifosi occorre dare conto, ai quali De Cesare pensa tanto – così raccontano di lui – durante le nottate insonni.
Azione giudiziaria
Le due vittorie di seguito ottenute dalla squadra, hanno ringalluzzito il patron e il presidente dell’Avellino Calcio: vogliono 2 milioni di euro per cedere l’Avellino Calcio. Secondo indiscrezioni, l’avvocato Mauriello chiederebbe pure di mantenere la carica di presidente, chiunque sia il nuovo proprietario.
Venerdì 13 (per la cabala, una data che porta sfiga, per giorno e numero in abbinamento), il Tribunale del Riesame si esprimerà in merito alla richiesta di dissequestro della Sidigas e all’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Avellino che aveva chiesto il sequestro di 97 milioni di euro, poi diminuito a 8 milioni.
Non si escludono, poi, ulteriori azioni giudiziarie.