AVELLINO CALCIO – Enrico Maria Amore è uno dei doppi ex della sfida di domani al Del Duca di Ascoli. Con un passato da centrocampista nell’Avellino della seconda era Sibilia in biancoverde ha collezionato 27 presenze tra il 98 ed il 99, passando proprio ai marchigiani successivamente. “Questo Avellino targato Novellino mi piace – afferma l’ex centrocampista, oggi osservatore – . Dal suo avvento ha dato una fisionomia al gruppo, la giusta identità e tranquillità alla squadra. Con la sua esperienza e mentalità è riuscito a portare l’Avellino fuori dalla zona rossa. Da quando l’ha presa, con il duro lavoro è riuscito a portarlo in una poisizone di maggiore tranquillità. Adesso, mancano veramente pochi punti al raggiungimento del traguardo e della permanenza in B per il quinto anno consecutivo”. L’ultima sua presenza con la maglia dei biancoverdi il 5 settembre 99 contro la Lodigiani, partita terminata 2 a 2. Tre settimane dopo giocò la gara vinta dall’Ascoli allenato da Ferrari per 4 a 0, così come quella di ritorno vinta 1 a 0 al Partenio-Lombardi, con un gol di Frati (altro doppio ex): “Quella di domani è una partita importantissima per entrambe. L’Ascoli ha un match point fondamentale in casa, l’Avellino dal canto suo, pur privo di Ardemagni, ha la seria possibilità di mettere quasi la parola fine, sul discorso salvezza. Credo, che sia un incontro apertissmo ad ogni risultato. Ritengo che quella di Novellino sia una suqadra di tutto rispetto per la categoria. Oltre ad Ardemagni, ci sono altri giocatori di grosso valore in avanti come Verde, che si è consagrato e Castaldo. Così come Aglietti può contare oltre che su Cacia, su giovani dal sicuro avvenire co me Orsolini e Favilli”. Parole al miele per Omeonga: “E’ un ragazzo dalle ottime doti tecniche. Sono certo, che tra non molte stagioni lo vedremo in A. Ho avuto modo di vedere la squadra di Novellino in diverse circostanze, come nell’ultimo match contro il Cesena e mi ha sempre fatto una buona impressione. Giocano stretti e compatti e difficilmente vanno in balia dell’avvrersario. C’è un altro giocatore che mi piace molto ed è Djimisiti, ma lo conoscevo già da tempo”. Chiude parlando dell’esperienza di Avellino: “Sibilia è stato un grandissimo presidente. Quell’anno in Irpinia per me è stato fondamentale. Penso che lui sia stato l’icona del calcio ad Avellino. Sono stato veramente bene, un’esperienza formativa di primo livello sotto l’aspetto calcistico e sotto quello umano. Spesso incontro mister Geretto, unico tecnico ad aver resistito in quegli anni e ricordiamo la stagione insieme. Devo dire che in particolare sono legato ad una cosa che succedeva spesso negli allenamenti. Il presidente non voleva che facessimo il torello diceva che dovevamo correre. Geretto preparava gli ostacoli prima che iniziassimo e quando il commendatore arrivava al campo, posavamo il pallone e inizievamo a farlo”.