(di S.G) Eddy Farias ha l’Avellino nel cuore. Nato ad Ortona in Abruzzo, ha però un legame particolare con la maglia biancoverde. Il talento dell’attaccante che ora allena in Eccellenza, non sfuggì all’occhio attento di Antonio Sibilia che a differenza dei dirigenti del Pescara, fece di tutto per assicurarselo. Con i biancoverdi uno scudetto Beretti, l’esordio in Primavera, quello in prima squadra con Di Somma, gli allenamenti la stagione precedente agli ordini di Pace, ma il picco più alto con l’Avellino lo ha raggiunto il 13 aprile del 97 quando con Casale in panchina, siglò il gol vittoria contro il Casarano di Miccoli e Cusin: 1-0. Rete arrivata al 46′ del secondo tempo, su una punizione di Cecchini. Gol che è valso la permanenza in C1 dell’Avellino: “Il Pescara è una squadra che a parte Brugman non ha talento. Non ha un’anima. Non aveva nulla di zemaniano. Adesso, non so se Epifani possa riuscire a tirarlo fuori da questa situazione. Secondo me rischiano molto – ha affermato al telefono – .L’Avellino ha diversi alti e bassi, ha più qualità rispetto ai biancazzurri. Non mi sembra però che abbia un grosso mordente. Questo è un grosso limite. Mi aspetto una gara dove vincerà la paura. Una sconfitta può essere molto grave per entrambe, penso sia una gara decisiva per tutte e due. Farias prosegue ancora: “Vedo leggermente favorita la squadra di Novellino”. Chiaro su chi tiferà: “Per l’Avellino che è la società che mi ha dato la possibilità di esordire tra i professionisti. I ricordi belli sono tanti, dallo scudetto Beretti all’esordio in prima squadra. Senza dimenticare quel grande conoscitore di calcio che era Antonio Sibilia. Ho ancora davanti la sua figura: le tante sigarette fumate, la scarpa lucida, il suo passo cadenzato”.