Il commento/Quando criticare vuol dire remare contro

Il commento/Quando criticare vuol dire remare contro
E’ una moda in questa città. Chi osa criticare, fare una analisi, esprimere un giudizio è contro. Contro l’Avellino, contro la nuova società, contro Dionisio, contro D’Arrigo ed i giocatori. E lo fa perchè è amico di qualcuno, perchè si diverte a distruggere, perchè vuole il male di qualcuno altro. …

Il commento/Quando criticare vuol dire remare contro

E’ una moda in questa città. Chi osa criticare, fare una analisi, esprimere un giudizio è contro. Contro l’Avellino, contro la nuova società, contro Dionisio, contro D’Arrigo ed i giocatori. E lo fa perchè è amico di qualcuno, perchè si diverte a distruggere, perchè vuole il male di qualcuno altro. Un gioco al massacro insomma. Un gioco che si ripete, secondo molti, da anni. Ma nessuno ha invece mai pensato che se i giornalisti (sono sempre loro sul banco degli imputati) criticano, lo fanno prima di tutto perchè è il loro lavoro, perchè osservare e muovere degli appunti fa parte del gioco. E sinceramente l’impressione è che quest’anno il livello di pazienza, attenzione ed attesa abbia di molto superato i campionati precedenti. Con Pugliese il gioco “al massacro” era continuo, più alto, non c’era allenatore bravo (Campilongo) o giovani volenterosi (basta vedere la carriera di quelli dell’anno scorso) a calmare gli animi. Allora davvero, forse, ogni scusa era buona per polemizzare. Oggi non è più così. Tutti stanno dimostrando pazienza nei confronti dell’Avellino calcio.12. I primi fischi sono arrivati solo dopo sei giornate. Le critiche, mai feroci, dopo che la squadra non ha mai vinto una partita. Ed allora visto che nel calcio, come nella vita, contano i fatti, sarebbe arrivato il momento che la nuova società, tanto reclamata da tutti, i giocatori e l’allenatore, che si sente vittima di un complotto giornalistico, dessero risposte. Serie, concrete, vere. Il resto solo promesse che il vento cancella nel giro di pochi minuti.

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