L’Avellino ha deciso di preparare la partita contro la Vis Artena a porte chiuse.
Una scelta in questo momento, tutt’altro che positiva.
La squadra di Graziani non sta vivendo un periodo brillante e se la situazione non è del tutto compromessa, bisogna ringraziare solo il Trastevere che non si è distaccato di molto in classifica.
Cinque punti dalla vetta sono tanti, ma non sono di certo un gap incolmabile.
Fatto sta che questo Avellino non brilla e ieri anche i tifosi hanno perso giustamente la pazienza, sottolineando gli esorbitanti investimenti nel Basket (sia chiaro ci fa piacere perchè la Scandone rappresenta la città) e i pochi nel calcio, con la costruzione di un organico monco.
Di una rosa che se perde Gerbaudo e Sforzini va in enorme difficoltà.
Un primo tempo regalato all’Aprilia che di certo non si è mostrato una corazzata.
Ciotola sostituito(nonostante abbia giocato la migliore partita da quando è arrivato in Irpinia), Tribuzzi messo fuori ruolo, ancora il disastroso Mikaylovsky in campo (lento ed impacciato), con il neo arrivato Capitanio relegato in panchina (e che quando è entrato ha dimostrato di essere giocatore di categoria superiore).
Così come le dichiarazioni del tecnico di Carrara che in ogni conferenza stampa sembra impersonificare il personaggio di Vitangelo Moscarda protagonista del celebre romanzo di Luigi Pirandello: “Uno, nessuno e centomila”.
“I giocatori li ho scelti io dopo averci parlato”
“Siamo in tanti…ma”
“In questo momento non ho giocatori che possono alzare il livello della qualità”.
Una volta è colpa degli under, una degli over.
Un pò di assunzione di responsabilità da parte di un tecnico navigato con tante panchine in D (cosa che lui ci ha tenuto a sottolineare qualche volta), ma con una sola vittoria in quel di Mantova, non guasterebbe.
Il mercato è alle porte, il tempo delle valutazioni deve essere già finito.
Il 2 dicembre arriva il Trastevere e per quella occasione, gli alibi dovranno essere consumati.
L’Avellino deve vincere sul campo, ha il dovere di riaccendere l’entusiasmo vincendo un girone, dai discreti valori tecnici, ma che ambientalmente non ha nulla a che vedere con quello siciliano di quasi 10 anni fa.
Bisogna conquistare la C sul campo, altrimenti i 5000 tifosi visti contro il Lanusei e le nuove generazioni non saranno piu’ al fianco del lupo.