Lega Pro, è crisi sempre più nera

Lega Pro, è crisi sempre più nera
Venti di crisi soffiano sul sistema calcio. In Italia la serie A e la serie B non hanno certo motivi per stare tranquille, ma l’anello più debole della catena resta la Lega Pro. Una categoria nella quale convivono con grande difficoltà, tra la Prima e la Seconda Divisione, ben 90 società professioni…

Lega Pro, è crisi sempre più nera

Venti di crisi soffiano sul sistema calcio. In Italia la serie A e la serie B non hanno certo motivi per stare tranquille, ma l’anello più debole della catena resta la Lega Pro. Una categoria nella quale convivono con grande difficoltà, tra la Prima e la Seconda Divisione, ben 90 società professionistiche. Se si analizza la situazione dei 36 club della Prima Divisione, il quadro che ne esce è assai preoccupante. Due società (Pescara e Pro Patria) sono fallite in corso di campionato. Le crisi societarie sono in aumento. Il peggio, verisimilmente, deve ancora venire. Il Consiglio federale del 14 luglio potrebbe sancire la mancata iscrizione di una ventina di squadre (tra terza e quarta serie nazionale), secondo quanto si vocifera. Ciò considerato il numero di società in grande diffcioltà per rientrare nei criteri di ammissione in Lega Pro varati dalla Federcalcio. Gli stessi ripescaggi sono diventati assai onerosi in seguito alle fideiussioni approvate dalla Figc – su proposta del presidente della Lega di Firenze, Mario Macalli – nell’assemblea generale del 17 giugno. La Lega Pro, dunque, viaggia in acque procellose. Si può salvare, certo, come è avvenuto (faticosamente) negli ultimi lustri. Tuttavia, alla luce della grave crisi finanziaria incombente, ciò potrà verificarsi a una sola condizione. Vale a dire smettere di scimmiottare la serie A (in cui solo poche società sono davvero al sicuro) e la serie B (da tempo alla canna del gas). Il che può avvenire riconoscendo i propri errori e provando a mettendoci un rimedio. E’ innanzitutto prioritario per i vertici federali – il presidente Mario Macalli e il Consiglio di Lega – impegnarsi a promuovere una riforma tanto dolorosa quanto necessaria. Una volta ridimensionato il format del campionato di terza (e quarta) serie, preliminare a qualsiasi altro intervento, la strada da seguire è tracciata. Tortuosa e difficile. E però l’unica in fondo alla quale si trova la possibilità di non andare alla deriva. Proviamo a sintetizzare le tappe salienti di questo itinerario. Partendo dal presupposto che la terza serie è fortemente radicata nel contesto e di questo vantaggio deve assolutamente approfittare. Ne viene fuori un percorso che implica alcune tappe obbligate. Tante (troppe) volte suggerite. Mai, finora, messe in atto. Diverse sono le iniziative che si potrebbero mettere in atto per uscire dalla crisi:la costituzione di società nei cui CdA trovino obbligatoriamente spazio elementi di spicco dell’imprenditoria locale o comunque legati al territorio dal punto di vista sociale, il potenziamento dei settori giovanili, la riorganizzazione delle strutture logistiche (stadi, centri sportivi, foresterie, etc.) in funzione di una strategia che faccia fulcro sui giovani. Ma anche l’attivazione di iniziative promozionali dirette a incrementare il numero di presenze allo stadio, grazie al contributo di sponsors, ma anche il coinvolgimento delle istituzioni locali (Comune, Provicia, Regione, Fondazioni bancarie, Associazioni industriali e di categoria, etc.,e l’ azionariato popolare con il coinvolgimento dei tifosi.

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