Lega Pro, venti club a rischio |
Lega Pro, venti club a rischio
A rischio iscrizione, secondo voci non smentite, sarebbero una ventina di squadre in Lega Pro. Alcune situazioni sono già esplose, altre ancora covano sotto la cenere. Una percentuale significativa, considerato il totale di 90 iscritte alla terza e quarta serie nazionale. Il che potrebbe innescare un vero e proprio rimescolamento tra le categorie interessate. Per quanto riguarda i meccanismi (leggete QUI la normativa completa per definire le graduatorie dei club aspiranti alla riammissione, ndr) non cambierà praticamente nulla. In Seconda Divisione, per tutelare il calcio minore ben sostenuto da Carlo Tavecchio, è stata confermata la scelta dell’alternanza già applicata alla fine della scorsa stagione. Al ripescaggio di una squadra di Seconda Divisione, seguirà quello di un club di serie D. Ciò fino ad esaurimento dei posti disponibili. Sarebbe a questo punto opportuno che, per i ripescaggi in Prima Divisione, venisse per tempo predisposta una graduatoria il più cristallina possibile e consultabile alla luce del sole. Si eviterebbero le solite dietrologie. Che finiscono per mettere il veleno nella coda a questo tipo di procedure. E non fanno bene a un movimento affetto da un mezzo flop in termini di credibilità. Va sottolineato, viceversa, che molto cambierà per quanto riguarda le garanzie economiche. E’ passata la linea dura, fortemente voluta dal presidente Mario Macalli. Per ratificare il ripescaggio di una società in Prima Divisione o in Seconda Divisione, infatti, potrebbe occorrere una montagna di soldi. Le domande dovranno essere presentate entro il 21 luglio. I club interessati saranno obbligati a prestare a favore della Figc, come è stato deciso dal Consiglio Federale nella seduta del 28/5/2009, una fidejussione bancaria a prima richiesta. L’importo della fidejussione sarà ufficialmente fissato dal Presidente federale, sentiti i vice Presidenti federali e il Presidente della Lega competente. Si tratterà, comunque, di cifre assai consistenti. Una sorta di deterrente per frenare le ambizioni di molte società che versano in una forte crisi economica. Se dunque il numero dei club in odore di esclusione, al fatidico Consiglio Federale del 14 luglio, dovesse essere prossimo a quello che si vocifera, la strada imboccata sarebbe quella di un ridimensionamento surrettizio dei club iscritti alla Prima e alla Seconda Divisione.