L’epurato Rinaldi e l’Avellino: un bilancio in rosso

Col senno di poi, per Giuseppe Rinaldi non è stata un’esperienza felice e ricca di soddisfazioni ad Avellino. Il difensore partenopeo fu ingaggiato in fretta e furia dall’ex direttore sportivo Nicola Dionisio lo scorso 21 settembre alla vigilia della partita interna contro l’Isola Liri (vinta poi 3-0) considerate le contemporanee assenze per squalifica allora di Puleo e Nocerino. Una scelta probabilmente frettolosa che l’Avellino ha pagato a caro prezzo, perdendo per strada punti preziosi per la scarsa capacità del centrale di tenere a bada i nervi durante le 15 partite in cui Rinaldi è stato impiegato (1307’ giocati), con tre cartellini rossi e cinque gialli e qualche errore di troppo. La prima espulsione arrivò nella gara interna contro il Catanzaro 2-1 (doppio giallo al 19’ st sul risultato di 1-1 per un fallo inutile a centrocampo su Puntoriere, lo scorso 31 ottobre). Ventotto giorni dopo, sempre al “Partenio-Lombardi” contro la Vigor Rinaldi causa (non in maniera netta il fallo su Lattanzio) il rigore – poi realizzato da Mangiapane – che regalò il momentaneo vantaggio ai calabresi. Nel posticipo contro l’Aversa Normanna un suo fallo di mano su tiro di Pettinari gli costò il secondo giallo ed il penalty decisivo, del 2-1, realizzato da Grieco. Il 16 gennaio, a Milazzo, un suo passaggio errato mise in difficoltà Acoglanis e scaturì il primo gol di Lasagna. Il terzo rosso, inutile, arrivò a Mugnano con l’Avellino sul doppio vantaggio a causa di una gomitata ad Esposito (36′ st). L’ultima gemma domenica a Catanzaro, prima dell’epurazione.

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