Macalli: la D piena di debiti. I ripescaggi? No

Macalli: la D piena di debiti. I ripescaggi? No

Parla bene, ma razzola male il ragioniere Mario Macalli presidente della Lega Pro. Nel corso degli ultimi anni ha cambiato nome all’ex serie C, ma poco ha fatto per evitare tracolli clamorosi o vigilare su una situazione debitoria generale alquanto preoccupante che, però, dura da diverso tempo. Tante parole, ma pochi fatti. Si potrebbe dire tanto fumo e poco arrosto per uno dei dirigenti che ha contributo a rovinare il calcio italiano. Ecco le parole, i pensieri e qualche considerazione da brivido del massimo esponente della Lega Pro rilasciata al sito www.tuttomercatoweb.com: “Finora la presunta severità su bilanci e programmi, sbandierata più volte alla vigilia delle iscrizioni, è rimasta sulla carta. Non si spiegano altrimenti i ripescaggi dell’Avellino (promosso addirittura in B e poi fallito e ripartito dalla serie D) o di Potenza, Pescara, Alessandria, tanto per fare degli esempi recenti di realtà premiate pur in presenza di grossi problemi societari. Il Bassano, come è ben noto ai suoi tifosi, è sempre rimasto escluso dalla candidatura, nonostante potesse vantare parametri di tutta tranquillità.
Questa estate non ci sarà neppure da illudersi troppo: il settimo posto finale non apre spiragli e soprattutto l’orientamento della Lega Pro è quello di bloccare i ripescaggi, come si evince dalle interviste al Presidente Macalli, che riportiamo. Molte sono le società che faticheranno ad iscriversi, tra cui il glorioso Perugia, ma piuttosto che fare un’unica categoria, come predicano molti addetti ai lavori, si preferisce puntare su una riduzione delle squadre inserite per girone.
Presidente Macalli, il Pisa si riaffaccia alla serie C. Quanto è cambiata questa categoria? “Non è cambiata per niente. E’ solo peggiorata. Il mondo del calcio è un mondo che non si evolverà mai. Ognuno pensa al suo orticello e la serie C è abbandonata a se stessa”.
La suddivisione dei gironi, in quale percentuale ha inciso sull’economia dei campionati ? “Sono convinto che abbia contribuito ad aumentare l’attenzione di tutti ; parlo dei media, dei tifosi , superando quei confini nei quali era relegata la ” vecchia” serie C”.
La politica di incentivazione sull’utilizzo dei giovani ha dato un effettivo riscontro alle società, pensa che sia opportuno confermare il tutto anche per la prossima stagione ? “I giovani sono il vero patrimonio calcistico di molte società . Il loro impiego mi sembra giusto che avvenga e che si dia sempre più spazio al loro talento”.
Molte società di Lega Pro, sono però con l’acqua alla gola. I bilanci sono in rosso, i fallimenti dietro la porta. Ma perché chi entra nel mondo dirigenziale calcistico non è sottoposto da voi ad accertamenti patrimoniali affinché stabiliscano la consistenza economica per portare avanti una società di calcio ? “La Lega non ha questo potere. Sarebbe interessante prevenire improvvisi cambi di rotta o abbandoni di società che spesso avvengono improvvisamente senza alcun preavviso, per ora posso solo confermare che molte aziende sono in crisi e le difficoltà di tenere a galla un sodalizio sono sempre più difficili. Nel calcio sarebbe opportuno che avvenga una presa di coscienza e limitare le spese non più sostenibili. Il ruolo importante di questo auspicato cambiamento di rotta lo hanno i tifosi che devono limitarsi nel chiedere ai presidenti pesanti sacrifici per acquistare calciatori ormai avanti negli anni è, qui ritorniamo al discorso precedente, dando la priorità ai giovani”.
Quali nuove norme regoleranno la prossima stagione ? “Con tutta probabilità, la COVISOC effettuerà controlli mensili – questo per non farci sfuggire dalla mani il sistema gestionale delle società poi, le prossime iscrizioni ai campionati e delle fideiussioni potrebbero essere regolate da: un milione per la B, un milione per la Prima divisione e cinquecentomila euro la Seconda”. Si è parlato anche di gironi e di ripescaggi… “La prossima stagione vorremmo abolire i ripescaggi, tutto rientra nelle future ipotesi. Una cosa è certa, entro il 10 maggio potrebbe essere emanata la norma che regola la materia. Non intendo di ridurre il numero dei gironi, piuttosto possiamo pensare di formare dei raggruppamenti con sedici squadre. Basta con i privilegi”.
Presidente, e la vicenda delle sovvenzioni statali, la Legge Melandri per capirci? “Tutti devono capire che la nostra è la Lega più grande – perché comprende 90 società. Alcune rappresentano grandi città. Mi sembra che ci sia stata poca attenzione nei nostri confronti. Negli ultimi 12 anni alla serie B sono andati 2.400 miliardi di vecchie lire. Avete capito’ Ho detto 2.400 miliardi di vecchie lire. Qualcuno mi dovrebbe spiegare che fine hanno fatto questi soldi”.
Perché? “Il sistema è sbagliato e vive di mille contraddizioni”.
Di che genere? “I presidenti si lamentano che non c’è un soldo e poi pagano centinaia di migliaia di euro un giocatore di più di 30 anni. Che senso ha? Hai 32 anni e giochi sempre in serie C2? Smetti e vai a fare l’idraulico. Anche i calciatori hanno grosse responsabilità”.
I calciatori? “Vanno sui giornali a dire che non sono pagati e che sono costretti a dormire in macchina. Poi vai allo stadio e vedi che hanno tutti la Mercedes. Allora? Come la mettiamo? Sei un calciatore che non riscuote? Bene, vieni in Lega e metti in mora la società. Perché nessuno lo fa? Quest’anno nessun calciatore è venuto da me per mettere in mora la sua società, però tutti si lamentano sui giornali. Non trova che qualcosa non torna?”.
Il sistema calcio è allo sbando: il Perugia non è ancora fallito che già pensa a fare un lodo per restare in Prima Divisione. Le sembra un mondo credibile? “Dobbiamo dire basta a queste cose. E’ uno schifo! Vogliamo attuare delle norme per impedire simili scandali. Le stiamo studiando. Comunque, mi dia retta, a Perugia se danno tutto per scontato si sbagliano di grosso…”.
Anche perchè il Pisa è fallito ed è ripartito dalla Serie D… “Ma anche a Pisa nessuno dovrebbe osare lamentarsi. Il Pisa è ripartito dalla serie D ma sarebbe dovuto ripartire dalla Terza categoria. E’ vero che la città ha subìto un torto ma ha anche delle colpe”.
Scusi, chi è che non vuole che siano fatte queste benedette riforme? “La serie D è stritolata dai debiti. E’ una categoria che vive sui bilanci preventivi e non su quelli consuntivi. Si è mai vista una cosa simile? Semplicemente la D ha i numeri dalla sua parte: tante squadre, tanti giocatori, tanti presidenti. La serie B, invece, ha sperperato tutto il ben di Dio che ha ricevuto e ora piange miseria. Ma di chi è la colpa? Noi siamo nel mezzo e di noi non frega niente a nessuno. I presidenti poi…
Che cosa fanno? “L’anno prima in C1 si lamentano: ‘Così non si può andare avanti’. Poi vincono il campionato, salgono in B e dicono: ‘La mutualità alla C? Noi non la paghiamo’. Hanno visto un bel mondo”.
E’ possibile pensare dei sistemi per evitare che squadre già fallite vengano iscritte ai prossimi campionati? “Ci proveremo. Vogliamo portare la fideiussione da cento mila euro a cinquecento mila euro già quest’anno. Ma questa severità della serie C deve essere propria di tutto il mondo del calcio. Se mettessero le nostre stesse regole, in serie B ne vedremmo delle belle”.
Che cosa farà in concreto per evitare il tracollo della C? “In Italia certe riforme non si faranno mai. La serie A fa la sua corsa. Quel presidente che dice che in serie A non guadagna, dice una bugia. E poi ci sono i procuratori e i sindacati. Come fa un sindacato a difendere un calciatore che a 32 anni in serie C percepisce 300 o 400 mila euro l’anno? Secondo lei è difendibile? Non, è possibile. A proposito, mi fa un favore?“.
Quale? “Distingua i presidenti ‘onesti’ dagli altri. E quando parla con i primi li chiami pure ‘benefattori’. Perché in serie C è una continua rimessa”. Quanti soldi servono per allestire una buona squadra di Seconda Divisione e a quanto ammontano gli introiti? “Parliamo di Pisa o di Portogruaro? Perché si può vincere in mille modi. Si può vincere il campionato anche con una programmazione seria, costi contenuti e giovani interessanti. Come la penso? Nella vita ci vuole buon senso”.

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