Maledizione infortuni: sono quindici |
Maledizione infortuni: sono quindici
Nessuno risparmiato, nessuno assente dalla lista degli infortunati, di natura muscolare. Lunga e particolarmente ricca. Tredici giocatori: da Nappi a Puleo, fino a D’Isanto, De Angelis, Patti, De Rosa, Biancone e Caso. E poi Lonardo che non tornerà prima del nuovo anno, Romano che è stato fuori tre partite, Licciardi, Tisci che è stato out per due settimane e Fanelli. Chi più ne ha più ne metta. Simone Puleo però ha battuto tutti: tre mesi ed il ritorno, finalmente, in campo contro l’Acicatena. Ma non finisce qui. Per due giocatori la stagione si è chiusa in anticipo ed il sipario è calato proprio sul più bello. Carmine Sarno e Luca De Simone sono andati al tappeto troppo presto. Rottura del ginocchio per il primo, rottura del legamento crociato e del menisco del ginocchio destro per il secondo. Una strage vera e propria che però ha i suoi perché. Preparazione realizzata in tempi ridottissimi per la corsa contro il tempo a cui è stata sottoposta la squadra, ma anche ritmi troppo bassi durante gli allenamenti durante i quali non si è mai messo il piede sull’acceleratore. Non a caso gli infortuni si sono verificati quasi tutti durante le partite ufficiali, quando lo sforzo a cui è sottoposto il fisico è davvero al massimo. Insomma gli errori, tanti e troppi, hanno nomi e cognomi. Responsabilità ben precise da addebitare allo staff del tecnico D’Arrigo. E gli strascichi continuano anche oggi. L’Avellino parte a spron battuto, ma cala vistosamente, sotto il profilo fisico, nel secondo tempo. Gli ultimi venti minuti di ogni gara mettono puntualmente alla prova anche i tifosi più coraggiosi e positivi. Insomma se è vero, come dice Marra che a volte la testa arriva lì dove le gambe non ce la fanno, è pur vero che avere una condizione discreta è il minimo. Bisognerà lavorare prima di tutto su questo. Ma Marra e Dionisio questo lo sanno già. Fin troppo bene.