Neapolis, Bouché risponde a Macalli: dimettiti

Prosegue il braccio di ferro tra Neapolis Mugnano e Lega Pro capeggiata da Mario Macalli. Il presidente Bouché ha rinnovato al massimo dirigente federale l’invito a dimettersi. Ecco il resto integrale della lettera: “Siamo costretti a replicare al comunicato diffuso nella giornata di ieri dalla Lega Pro per tutelare la ns. dignità ed i ns. interessi. Al di là delle ns. rimostranze sull’operato dell’arbitro nella gara giocata contro il Trapani che speriamo portino ad un risultato concreto, siamo a rimarcare il ns. disappunto per l’operato dei vertici di Lega Pro. Il responsabile designato per l’organizzazione della gara, sig. Lombardo (ma sarà siciliano?), non solo non si è prodigato per la ricerca di un campo in Campania (gli esempi riportati di Cava e Pagani non sono sufficienti) ma non ha voluto tenere in considerazione nemmeno l’intervento del primo cittadino di Mugnano che garantiva entro lunedì 16 maggio il completamento delle operazioni di agibilità con relative certificazioni dell’impianto di Mugnano. A tal proposito, il Sindaco di Mugnano è a disposizione della Procura Federale per confermare quanto sopra. Perchè la Lega pro non ha verificato la disponibilità degli impianti di Salerno, Nocera, Castellammare, Sorrento, Aversa, Benevento che pure militano in serie C indicando invece subito il neutro di Isola del Liri ? E’ questo il modo di tutelare le società???? Oppure paghiamo per il solo fatto che esprimiamo dei concetti in disaccordo con la Lega Pro??? Egregio Presidente Macalli, Lei ha tenuto a precisare che ci ha concesso di giocare per tutta la stagione presso il ns. impianto a porte chiuse. Ma si rende conto che i più danneggiati siamo stati noi sia in termini economici che di incitamento per la squadra???? Egregio Presidente, non troviamo nulla di offensivo se Le rinnoviamo l’invito a dimettersi. Si tratta di prendere coscienza che l’organizzazione dei gironi di Lega Pro per quest’anno è stata alquanto discutibile con l’eliminazione dei play out come alquanto discutibile è stato l’acquisto della sede di Lega Pro a carico delle società in un momento economico difficilissimo che ha segnato la scomparsa di tante società blasonate”.

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