Partenio, quella legge che non esiste più

Partenio, quella legge che non esiste più
C’era una antica “legge” che ora sembra non esistere più. E’ quella legata al Partenio, a periodi in bianco e nero, a serie A e novantesimo minuto a farla da padrona. Ma la legge nel tempo ha poi retto: chiunque entrava in quello stadio, dall’Inter alla Juve, ci lasciava più o meno le penne. Di più …

Partenio, quella legge che non esiste più

C’era una antica “legge” che ora sembra non esistere più. E’ quella legata al Partenio, a periodi in bianco e nero, a serie A e novantesimo minuto a farla da padrona. Ma la legge nel tempo ha poi retto: chiunque entrava in quello stadio, dall’Inter alla Juve, ci lasciava più o meno le penne. Di più in serie C che in serie B per la verità. Nell’ultimo anno di Lega Pro, quello terminato con la finale vinta con il Foggia, l’Avellino di Biancolino e company non perse mai davanti ai propri tifosi totalizzando 14 successi e tre pareggi. Diverso il destino in serie B. Sette vittorie (sulle otto totali), sette pareggi e sette sconfitte nell’anno di Carboni e Calori. Sei successi, dieci pareggi e cinque ko lo scorso campionato. Insomma nel bene o nel male quella leggenda è continuata ad esistere. Ma ora tutto sembra essere finito, svanito, un ricordo lontano. L’Avellino stenta in serie D ed ancora di più nel suo stadio: tre sconfitte, due vittorie e due pareggi in questa stagione. Un disastro per una squadra che avrebbe dovuto vincere il campionato e rendere il proprio stadio un fortino. Ed invece no, oltre alle mortificazioni di stare tra i dilettanti anche quelle di vedere squadre come il Nissa ed il Trapani dominare su un terreno di gioco calpestato, un tempo, da uomini che hanno contribuito a creare la storia del calcio. Ad Avellino e non solo.

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