Scaramanzie, cosa non si fa per vincere

AVELLINO CALCIO – Calcio e scaramanzia. Un binomio consolidato. Dall’acqua santa di Trapattoni alla scarpa sinistra di Zambrotta infilata sempre per prima. Anche l’Avellino nel corso delle stagioni ha camminato a braccetto con i rituali porta fortuna. Prima con Vincenzo D’Anna storico tifoso biancoverde che per anni ha accompagnato con la sua passione il pubblico irpino. Sale, ferri da cavallo e tanti rituali prima delle partite o prima delle partenze delle squadra per i ritiri, con il su…

AVELLINO CALCIO – Calcio e scaramanzia. Un binomio consolidato. Dall’acqua santa di Trapattoni alla scarpa sinistra di Zambrotta infilata sempre per prima. Anche l’Avellino nel corso delle stagioni ha camminato a braccetto con i rituali porta fortuna. Prima con Vincenzo D’Anna storico tifoso biancoverde che per anni ha accompagnato con la sua passione il pubblico irpino. Sale, ferri da cavallo e tanti rituali prima delle partite o prima delle partenze delle squadra per i ritiri, con il suo mantello biancoverde. Poi con Ginetto Borriello che si è mascherato negli anni bui dopo il fallimento e cosparso la pista d’atletica di sale. Quest’anno la scaramanzia è tornata al Partenio, non con un tifoso, bensì con Massimo Rastelli tecnico degli irpini. Prima la barba incolta, adesso gli orari ed i giorni delle conferenze fissati in virtù delle gare giocate in casa o in trasferta (pare che funzioni, toccando ferro…). Si sa che nel calcio ci vuole anche la fortuna e un pizzico di scaramanzia per riuscire a raggiungere traguardi importanti. Per la serie: “Non è vero ma ci credo”.

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