Trovarlo non è stato difficile. Nell’era dei social network – e grazie al preziosissimo traduttore di google -, rintracciarsi diventa un gioco da ragazzi. E’ stato così anche con Martins Leandro, il brasiliano che somigliava a Ronaldo passato per l’Irpinia sul tramonto degli anni novanta. Arrivò ad Avellino nella stagione 1997-1998, sulla panchina biancoverde sedeva il compianto Roberto Morinini, tecnico italo-svizzero che aveva fatto le fortune del Lugano (clamorosa la vittoria sull’Inter in Coppa Uefa).
L’esperienza non fu particolarmente fortunata, travagliata per qualche acciacco fisico di troppo e per la troppa concorrenza in attacco. Situazioni che comunque non hanno intaccato il piacevole ricordo di Leandro, anche a vent’anni di distanza: “Potranno trascorrere anche cento anni, ma non dimenticherò mai Avellino. Tantomeno i suoi tifosi, fantastici e sempre presenti allo stadio. La Curva Sud era meravigliosa. Vorrei tanto ritornare. Avellino mi ha accolto a braccia aperte. Grazie per quello che avete fatto per me”.
Ovviamente il pensiero di Leandro non può non andare al presidente Antonio Sibilia: “Era il mio papà italiano – dice il brasiliano -, sarà sempre nel mio cuore. Ricordo poi mister Morinini e i miei compagni di squadra, Bertoncelli, Vadacca e altri ancora. Avellino è stata una tappa importante della mia carriera“. A 45 anni Leandro non ha nessuna intenzione di appendere le scarpe al chiodo, gioca ancora nei campionati amatoriali, con il sogno di ritornare presto al Partenio-Lombardi.