Walter Taccone: non mi fido dei miei soci

Scende in campo la famiglia Taccone, chiamata in causa dopo alcune notizie apparse su quotidiani locali. A parlare è Massimiliano, amministratore delegato dell’As Avellino: “Parliamo di una situazione che si è incancrenita dopo lungo periodo dopo aver lasciato la parola a mio figlio Massimiliano. Parlo subito di questo articolo. Chi l’ha scritto non sa neanche come è gestita una società che è formata da un CdA che nomina un Amministratore Delegato. Contino, Iacovacci e Cipriano hanno già la maggioranza nel CdA. Vogliono deligittimare il mio ruolo. Non riesco a capire a chi da fastido il mio operato. Poi se da fastidio a qualche socio o qualche familiare di un socio è un discorso diverso. Qui si sta sfiorando il ridicolo. Oggi ho avuto la solidarietà di molti tifosi. Poi ci lamentiamo che al Partenio non viene nessuno. Io in questa condizione non verrei mai allo stadio”.
Walter Taccone, affermato imprenditore a livello internazionale, che fa prima una cronostoria della sua entrata nel mondo calcistico: “La cordata Taccone è stata scelta della Federazione perchè è sinomino di saggenza, trasparenza e sicurezza. Quando si è parlato del mio nome non mi sono tirato indietro. Quando il mio nome è servito sono stati tuti contenti di mascherarsi dietro il nome Taccone. Quando si è trattato di andare in banca per avere delle agevolazioni il cognome Taccone era gradito. Quando la banca ha concesso 300 mila euro sono stati dati in bianco alla famiglia Taccone. Poi sono stati coperti da tutti i soci. Tutti i soci che partecipano alla società adempiono ai loro obblighi altrimenti la società non poteva esistere. Dionisio mi è stato presentato dalle persone che oggi camminano per il corso come fratelli. La società all’inizio era formato da quattro soci: Taccone, Contino, Rodomonti e un mio amico. Quindi all’inizio questa compagine era Walter Taccone. Nel tempo poi quando abbiamo avuto la possibilità di far entrare altri soci avrei potuto mettere il veto: a) perchè non erano necessari tanti soldi; b) perchè non era necessario che mi facessi pubblicità in campo calcistico. Non ho necessità di farmi conoscere, perchè sono conosciuto a livello internazionale”, dice Taccone che aggiunge: “Il calcio a me personalmente ha creato solo fastidio, io contribuisco alla squadra di calcio solo per il bene di questa città. Sono impegnato nello sport sia nel calcio che nel basket, ma vivo nell’ombra in tutti e due i settori. Non mi avete mai visto parlare, l’ho fatto una sola volta in termini tecnici ed è successo il pantemonio. Mi dispiace che il mio nome venga messo in relazione a persone che dovrebbero darmi del lei e non del tu. Il nostro scopo è quello di condurre una compagine sociertarie nel rispetto delle regole. Mi avevano detto che il mondo del calcio era pericoloso. L’onestà che mi ha contraddistinto nel mio mondo professionale mi ha contraddistinto anche nel mondo calcistico. Non sarei mai aspettato che un giornalista avrebbe detto una corbelleria così grande. Si è fatto il nome di Angelo D’Angelo volesse rilevare le mie quote. L’ingegnere D’Agostino ha smentito immediatamente una sciocchezza del genere. Si tratta sicuramente di una persona che non conosce l’italiano e gli dico che stia buono e svolga il ruolo che gli è stato designato all’interno della società”. Sull’aspetto tecnico: “Vorrei soffermarmi sull’aspetto tecnico. Vorrei dirvi che l’attacco è costruito bene e le partite si vincono con i giocatori non con i soldi. La squadra è stata costruita dal direttore sportivo, quindi, le critiche che riceve Marra sono insignificanti perchè lavora con il materiale che gli è stato messo a disposizione. La conduzione tecnica spetta ai tecnici. Io non ho mai amato Dionisio, ma non hi niente contro di lui. Avrei preferito altro. L’ho sempre detto, ma non esiste nessuna rivalità. Il 30% degli stipendi li paga questa famiglia. Una maggioranza qualificata può mettere in difficoltà chiunque. Noi vogliamo essere lasciati in pace, noi lasceremo lavorare in traquillità tutti – continua Taccone -. Non capisco la tensione che possiamo infondere nelle squadra. Le incomprensione societarie sono naturali. Noi siamo su due tendenze leggermente diverse. Io non sono xcontro nessuno. Desidero essere lasciato in pace e non vorrei che il mio nome appaia sui giornali in maniera scriteriata. Mio figlio fa l’a.d. gestendo la società in maniera ottimale. Ha sistemato situazione incancrenite della gestione precedente, terribili. Stiamo pagando ancora debiti dello scorso anno e non l’annualità 2010/2011. Se questi signori decidessero di cambiare l’a.d. il prof. Taccone farà fronte agli impegni della suq quota in rigìferimento alla quota societaria”.
L’anno scorso le cose erano diverse: “La compagine societarie era formata da persone che avevano l’idea di portare avanti una gestione familiare. Questa è una società in cui il Presidente detiene una quota societaria bassissima.Questo è una dimostrazione di grandissima democrazia. Si è incancrenito un rapporto personale e non scendo nei particolari. Sono amareggiato tantissimo. Questa società è partita con un budget di un milione di euro. Era un investimento accettabile da parte di tutto. Già nel primo anno si è raddoppiato questo investimento. Quest’anno si sono fatti gli stessi errori. In questo anno di attività non era quella stabilito in un secondo momento. Stiamo aumentando i nostri sforzi economici. Sapete meglio di me che esiste il problema dello Stadio. Io ho chiesto ai miei soci di onorare gli impegni assunti. Sono mesi che sto chiedendo ai miei soci di ottemperare all’obbligo stadio, ma i miei soci hanno sempre mandato indietro questo discorso. Se non si ottempera al pagamento dello Stadio Partenio, il Sindaco potrà prendere decisioni drastiche. Non sarà certamente responsabilità dell’a.d. perchè ha cercato in tutti i modi anche tramite telegramma di risolvere la questione con i soci. Il Taccone non ha interessa a comprare il 2%-3%. Ha volontà di investire denaro e raggiungere una maggioranza consolidata. Questo è il mio obiettivo”, conclude Walter Taccone.
A SEGUIRE I VIDEO DELLA CONFERENZA.

SPOT